La Corte europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo ha emesso oggi una sentenza di rigetto del ricorso di una coppia italiana alla quale era stato sottratto il bimbo di nove mesi, avuto grazie alla maternità surrogata da una donna in Russia, per assegnarlo ai servizi sociali.
Secondo la Corte, infatti, i figli possono essere ritenuti tali solo se c'è un "legame biologico" con i genitori. La coppia in questione aveva chiesto l'affidamento del bambino ma la Corte ha stabilito che in questo caso non c'è violazione dell'articolo 8 della Carta dei diritti dell'uomo, quello al diritto al rispetto per la vita privata e familiare, riferendosi e ribaltando così un suo stesso pronunciamento datato 27 gennaio 2015.
Per i giudici questo accade perché "vista l'assenza di qualsiasi legame biologico tra il bambino e i ricorrenti, la breve durata della loro relazione con il bimbo e la mancanza di certezze circa i legami tra di loro dal punto di vista legale", un legame di tipo familiare "non
esiste tra i ricorrenti e il bambino". La Corte sottolinea inoltre che è diritto proprio ed esclusivo dello Stato riconoscere una relazione legale genitori-figli "con l'obiettivo di proteggere i bambini".
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