I punti chiave
Il 15 luglio 1997 una notizia dagli Stati Uniti attraversò rapidamente l’Atlantico, giungendo in Europa e soprattutto in Italia. Gianni Versace, uno dei simboli dell’eccellenza italiana nella moda, stilista audace dalla mente e dalla mano riconoscibilissime, era stato freddato da due colpi di pistola mentre faceva ritorno alla sua sontuosa residenza di Miami, Casa Casuarina. Fu ucciso da un serial killer, Andrew Cunanan, ma esistono ancora punti oscuri in questa morte, in primis il movente.
“È caduto ai piedi della villa che doveva essere il monumento alla sua vita e sarà invece, per sempre, il mausoleo della sua morte - scrisse all’epoca Vittorio Zucconi - È stato ucciso come un principe che stramazza nel suo stesso sangue a un passo dai suoi ori, dai suoi broccati, dai suoi vasellami, con la mano tesa verso il cancello mentre il sicario già gli punta alla nuca l'arma che l’ucciderà”.
L’omicidio Versace
Nel 1997 Versace era uno dei grandi simboli del made in Italy. La sua carriera era stata fondata su una cifra stilistica unica, capace di affascinare alcune delle donne più in vista e potenti del mondo all'epoca, in primis Lady Diana, tra l’altro amica personale dello stilista che sarebbe scomparsa anche lei di lì a poco.
La mattina del 15 luglio 1997, Gianni Versace uscì di casa per una passeggiata, recandosi in edicola per acquistare giornali e riviste. Al suo rientro un uomo sconosciuto gli sparò due colpi alla nuca, fuggendo tra la folla e lasciando la sua ultima vittima vicino al portone di casa in un lago di sangue. Il primo a giungere, per chiamare i soccorsi, fu il compagno dello stilista, Antonio D’Amico, mentre qualcuno cercava di rincorrere il killer, che però si dileguò facilmente.
Chi era Andrew Cunanan
Nel 1997 Andrew Cunanan, riconosciuto ben presto come l’assassino di Versace, aveva 27 anni. Viene descritto come un uomo di origini filippine colto e intelligente, che aveva sbarcato il lunario in diversi modi fino a quel momento, soprattutto sfruttando i suoi diversi alias costruiti nel tempo, facendo il mantenuto con alcuni omosessuali anziani e prestando favori sessuali a pagamento sempre con gay molto ricchi e in là con gli anni.
“Aveva abbandonato il college dalla California - si legge sul sito dell’Fbi - Era molto intelligente, parlava due lingue e fin dalla sua adolescenza aveva cercato di vivere una vita ricca e agiata. Aveva integrato i suoi guadagni con strani lavori qua e là prestando servizio come prostituto e impegnandosi in relazioni a lungo termine con omosessuali più anziani che avrebbero potuto inondarlo di regali e denaro”. Ma quello che non si sapeva pubblicamente fino a quel momento era che Cunanan fosse un serial killer: come riporta il Time, prima di Versace aveva ucciso 4 uomini.
Uno era un suo amico, Jeffrey Trail, 28 anni ed ex ufficiale di Marina, ammazzato a martellate. L’altro era un uomo di cui si era innamorato, un architetto 33 enne di nome David Madson, lasciato morire nei pressi di un lago in Minnesota. C’era poi Lee Miglin, 72 anni, marito di un'ex ballerina e famosa imprenditrice nel campo della cosmetica scomparsa nel 2022: l’uomo fu seviziato con un cacciavite e sgozzato con delle cesoie. Infine Cunanan uccise quasi per caso un custode cimiteriale, William Reese di 45 anni, per rubargli un pick up rosso che utilizzò per raggiungere la Florida.
Al momento dell’omicidio Versace quindi l’Fbi lo cercava già, ma il cerchio si strinse attorno al giovane killer solo dopo che uccise lo stilista. Al momento gli inquirenti pensavano che l’artista italiano fosse stato colpito da un sicario su commissione - il fatto che fosse appunto italiano fece ben presto pensare a un delitto di matrice mafiosa - ma ben presto gli indizi si rivolsero tutti su Cunanan.
Il New York City Gay and Lesbian Anti-Violence Project offrì una ricompensa a chi lo avesse catturato. L’assassino fu braccato in una caccia all’uomo che durò giorni. Alla fine, il 23 luglio 1997, Cunanan fu stanato in una casa galleggiante: l’uomo, vistosi braccato, si sparò un colpo di pistola in bocca, suicidandosi.
Un movente mai trovato
Nessuno ha mai saputo perché Andrew Cunanan abbia ucciso Gianni Versace. Molte ipotesi sono state fatte sia nell’immediato che nel corso del tempo. C’è chi ha detto che il killer fosse diventato vendicativo pensando di aver contratto l’Hiv, ma quel che è certo è che Versace non fosse contagiato da quel terribile virus.
Non si sa neppure se ci siano stati mai contatti tra i due.
La giornalista Maureen Orth ha ipotizzato in un libro, poi utilizzato nella seconda stagione di American Crime Story, che assassino e vittima abbiano avuto uno o due incontri casuali, durante i quali Cunanan avrebbe messo al corrente Versace delle proprie origini italiane - la madre di Cunanan era una donna italoamericana, che di cognome faceva Schillaci.Sono tantissimi gli interrogativi sul caso che non sono mai stati spiegati. Qualunque segreto avesse l’assassino, se l’è portato nella tomba.
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