Al via l’istruttoria da parte dell’AgCom per verificare se ci sono presupposti di illegittimità alla luce del fatto che Vivendi, essendo anche azionisti di riferimento di Telecom, sta tentando la scalata di Mediaset. Il procedimento è stato avviato a seguito di un esposto presentato proprio dal gruppo della famiglia Berlusconi. Nel comunicato, si legge che "l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, anche a seguito di un esposto presentato da Mediaset, ha deliberato nella seduta odierna all’unanimità di aprire un’istruttoria ai sensi dell’art. 43, comma 11 del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici (TUSMAR). Il provvedimento di avvio dell’istruttoria sarà notificato ai soggetti interessati ai sensi del regolamento e successivamente pubblicato sul sito web dell’Autorità".
Intanto l’amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, sarà ascoltato dai funzionari della Consob venerdì prossimo in merito agli accertamenti che la Commissione sta svolgendo nell’ambito della ’guerra finanziarià tra il colosso francese dei media e Mediaset. E sulla vicenda Mediaset-Vivendi è intervenuto anche Silvio Berlusconi durante un'intervista per la presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa: "La scalata ostile di Vivendi su Mediaset si configura come «un estorsione e un ricatto. Siamo in battaglia, resistiamo. I giudici - ha aggiunto devono darci ragione» nelle cause contro Vivendi, che «per tre volte non ha rispettato la parola data".
"Vivendi - ha detto Berlusconi - forse per farci rinunciare alle cause che abbiamo intentato ha deciso un’azione di forza: ci hanno fatto un ricatto, un estorsione e quindi siamo in una battaglia di fronte a questa scalata ostile e pensiamo di resistere. Vivendi - ha aggiunto - per tre volte non ha mantenuto la parola ed è qualcosa che non si può accettare, noi crediamo che la magistratura debba dare seguito alle nostre cause, i giudici devono darci ragione. Ci troviamo nell’assurda situazione di non poter fare acquisto di azioni perchè la legge italiana impone che un socio possa comprare solo il 5% all’anno.
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