Una decisione che, senza ombra di dubbio, farà molto discutere: i tre minorenni autori di uno stupro di gruppo consumato ai danni di una coetanea, torneranno in libertà. La violenza avvenne pochi mesi fa, nei pressi di Marechiaro. La ragazzina, successivamente, ha scovato i propri aguzzini su Facebook. I tre confessarono l'atroce reato ma, adesso, avranno l'opportunità di diventare dei pizzaioli. Questo è ciò che è stato deciso in virtù della possibilità di recuperare i giovani ma che, di fatto, cancella tutte le accuse mosse dalla Procura dei minori di Napoli. Per loro, quindi, si chiudono le porte della casa circondariale e si aprono quelle del programma di recupero per aspiranti pizzaioli.
La terribile vicenda di cronaca fa registrare uno snodo cruciale e sicuramente molto discutibile. I ragazzi, infatti, hanno scontato solo pochi mesi di detenzione all'interno degli istituti minorili della regione, ma il lavoro dell'avvocato Matteo De Luca si è rivelato decisivo. Il legale, infatti, ha proposto al Gup un protocollo di reinserimento mediante il progetto di "Dove c'è pizza c'è speranza".
Il dato indiscutibile è che i ragazzi hanno chiuso con il carcere e, adesso, avranno la possibilità di estinguere il loro debito con la giustizia attraverso una "messa alla prova" all'interno del volontariato e dei lavori creativi.
Come sempre accade in questi casi, l'opinione pubblica si spaccherà in due. Il fatto accaduto a Marechiaro, però, occupò a lungo le pagine della cronaca in Campania. Le minacce dei tre ragazzi rivolte alla giovanissima vittima, risuonarono come un terribile eco nella mente della gente: "Se parli ti bruciamo la casa, sappiamo dove abiti!".
Le minacce giunte alla parte lesa fecero emergere un dato inequivocabile: non si trattava di un semplice caso di violenza isolata, si stava parlando di veri e autentici boss in erba.Adesso, i tre sono tornati in libertà e avranno la possibilità di rifarsi un futuro. La giovane vittima della violenza potrà dire lo stesso?
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