"Un metro e mezzo non basta" Adesso ci vogliono più lontani

Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica, ritiene sia indispensabile rivedere alcune regole comportamentali a causa dell’esplosione, anche in Italia, dei contagi provocati dalla temibile variante inglese del Covid-19

"Un metro e mezzo non basta" Adesso ci vogliono più lontani

“Due metri sono meglio di un metro, maggiore è la distanza, minore è la quantità di virus con cui potremmo entrare in contatto”. Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità pubblica all'Università Vita e Salute San Raffaele di Milano e all'Università di Parma, in un’intervista concessa al quotidiano la Repubblica, ritiene sia indispensabile rivedere alcune regole comportamentali a causa dell’esplosione, anche in Italia, dei contagi provocati dalla temibile variante inglese del Covid-19. La sua diffusione è piuttosto rapida, come dimostra il dato secondo cui a oggi sono oltre 80 le nazioni ad aver notificato almeno un caso di infezione provocato da questa nuova forma di Coronavirus. Al dato statistico, si abbina anche l’evidenza di diversi studi scientifici. Con ogni probabilità, questa nuova versione del Covid-19 è più contagiosa. Non è certo, invece, che sia più aggressiva, sebbene alcune indagini abbiano evidenziato la comparsa di sintomi in forma severa in alcuni dei pazienti contagiati.

Signorelli, comunque, invita a un cauto ottimismo; la battaglia non è persa in partenza e anche la variante inglese può essere sconfitta, magari con qualche accortezza in più. “Oltre a una maggiore distanza – dice il docente di Igiene – si deve stare molto attenti a non condividere piatti, bicchieri, posate e tanto meno gli spazzolini. Bisogna fare attenzione anche alle federe e agli asciugamani usati per il viso, aprire le finestre il più possibile e, se entra un ospite, è indispensabile tenere sempre le mascherine”. Il medico su queste ultime consiglia di utilizzare quelle chirurgiche, ritenendo non necessarie le famose Ffp2. L’importante è non usare quelle di comunità, che non hanno alcun tipo di certificazione. Indispensabile è indossarle in maniera corretta, coprendo naso e bocca.

Un’altra buona regola da seguire riguarda i locali al chiuso, che vanno continuamente arieggiati. “I rischi di contagio all’aperto – spiega Signorelli – sono molto più bassi, ridotti di un decimo, ecco perché è importante far circolare l’aria nelle abitazioni e nei locali”. La variante inglese colpisce anche i giovani e i bambini e il medico a tal proposito è categorico: anche i più piccoli dovrebbero indossare le mascherine, soprattutto se vanno a scuola o giocano insieme. Sul possibile maggiore pericolo di contrarre il Covid nei ristoranti Signorelli non è d’accordo.

“Se si rispettano le regole – conclude – e tutti gli operatori seguono le norme d' igiene, non ci sono grossi rischi. Però mangiando è necessario togliere la mascherina, per questo la distanza fra i tavoli andrebbe portata almeno a un metro e mezzo”.

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