"Io neanche ci volevo andare, poi uno di loro mi ha girata di spalle e ha fatto quello che non volevo mi facesse". Domenica pomeriggio, pieno giorno. Allo "scoglione" di Marechiaro (Napoli) una quindicenne è stata stuprata da un diciassettenne e due sedicenni, ragazzi di Capodichino e Forcella che, come riferisce il Corriere del Mezzigiorno, adesso accusati di violenza sessuale di gruppo. La giovane è riuscita a risalire a loro graze a Facebook. Sul social network le belve si vantavano: "Parlate di meno e scopate di più".
Lo stupro in spiaggia
"Ho paura adesso, li ho anche riconosciuti su Facebook - diceva la 15enne alla sua amica del cuore dopo lo stupro - non voglio raccontarlo a nessuno, anche se piango da questo pomeriggio, che devo fare?". Il pubblico ministero della procura dei Minori, Francesco Cerullo, ha ricostruito con la vittima l'incubo di quella dannata domenica del 28 maggio. D'altra parte si trattava solo di rimettere insieme i pezzi perché le prime indagini erano state fatte dalla stessa ragazzina partendo dai profili Facebook di alcuni suoi amici. E così era risalita al branco che l'aveva stuprata. "Ero con gli altri, allo Scoglione di Marechiaro, poi uno di loro mi ha detto se avevo voglia di seguirlo per andare a comprare qualcosa da bere e per ripararci un po’ dal sole - aveva raccontato quel giorno all'amica del cuore - io mi sono fidata perché c’era gente, c’erano altre persone attorno. Cosa poteva mai accadermi?". E, infatti, tutto intorno a loro era pieno di persone. Eppure nemmeno questo ha fatto desistere il branco dal metterle le mani addosso. "In due mi hanno spogliata, tolta il costume, e toccata, loro erano nudi e mi hanno circondata - aveva detto all'amica - mi toccavano, mi toccavano. Sono riuscita a scappare e loro sono andati via". Nella fuga, però, si era imbattuta in un altro ragazzo che faceva parte dello stesso gruppo di quelli che le avevano appena messo le mani addosso. "Mi ha chiesto cosa mi fosse successo e poi invece mi ha trascinata in un angolo e mi ha girata di spalle".
Le indagini del pm
Come ricostruisce il Corriere del Mezzogiorno, era stata l'amica a convincerla a raccontare tutto alla madre. "Io voglio denunciare ma come faccio con i miei? Mi manca la forza...". Poi, però, quella forza le è venuta. Adesso il pm ha disposto un riconoscimento di persona. Ieri, come riferisce il Corriere del Mezzogiorno, "uno dei ragazzi, un sedicenne di Forcella che nella vita fa il barista, indicato dalla vittima come l’unico con il quale è stata costretta ad un rapporto sessuale completo, è stato sottoposto al tampone salivare per il Dna - si legge sul quotidiano - sarà confrontato con residui di liquidi ritrovati sul e nel corpo della quindicenne". Quando è andata in ospedale a farsi visitare, i medici hanno visto le abrasioni sul suo corpo e sul volto che il ragazzo di Forcella aveva spinto violentemente contro il muro mentre la violentava.
Gli stupratori si vantano su Fb
Come raccontato dal Corriere del Mezzogiorno, la ragazza riesce a incastrare il branco risalendo ai loro nomi da Facebook. Il giorno dello stupro, ha infatti visto le foto del giovane di Forcella "felice e spensierato mentre beveva una birra". Fotografie agghiaccianti di quel drammatico pomeriggio pubblicate la sera. Non solo. Di lì a poche settimane pubblica un altro post in cui scrive: "Parlate di meno e scopate di più".
Non sono da meno gli altri due ragazzi di Capodichino che, quando hanno saputo di essere indagati per violenza, hanno postato una fotografia che li ritrae abbracciati l'uno all'altro (guarda qui). "Passerà anche questa - hanno scritto - sempre insieme amico".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.