Dopo la sentenza del Tribunale, arriva l'atto ufficiale. Il Comune di Bologna ha formalmente iscritto una richiedente asilo nel registro dell'anagrafe nonostante il divieto imposto dal decreto Salvini. I fatti sono noti, forse. Una donna si era vista rifiutare l'iscrizione anagrafica in forza del dl Sicurezza e ha presentato ricorso. Il giudice nei giorni scorsi le ha dato ragione, "picconando" di fatto le leggi volute dal ministro dell'Interno.
La donna è una richiedente asilo di nazionalità armena e il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha eseguito la sentenza del Tribunale che lo obbligava a dare la residenza alla donna. Una decisione che non è pesata al dem, anzi. Per l'esponente del Pd si era trattato di un pronunciamento da salutare "con soddisfazione" e che il Comune avrebbe applicato senza fare opposizione. E così è stato. "Siamo molto soddisfatti, non solo per la nostra assistita, che da oggi si sentirà cittadina e non soggetto estraneo alla società, potrà lavorare e integrarsi, ma per le migliaia di richiedenti asilo in Italia. Grazie a questa sentenza avranno diritto all'iscrizione anagrafica e potranno iniziare un percorso di integrazione", dichiara a LaPresse l'avvocato della donna, Antonio Mumolo. "Senza residenza non ci si può integrare - aggiunge -. Se ci si occupa davvero di sicurezza, e non di insicurezza, bisogna essere felici per questa notizia. È stato ripristinato il principio di civiltà nel nostro Paese".
La sentenza del giudice, come noto, aveva scatenato la reazione del ministro dell'Interno. "Sentenza vergognosa, se qualche giudice vuole fare politica e cambiare le leggi per aiutare gli immigrati, lasci la toga e si candidi con la sinistra", aveva tuonato Salvini invitando tutti i Sindaci a rispettare, "come ovvio", la legge.
Fonti del Viminale tengono a precisare, infatti, che solo un pronunciamento della Corte Costituzionale potrebbe annullare una norma voluta e votata dal Parlamento. d oggi, però, esistono già tre sentenze dei giudici che vanno nella stessa direzione. E che di fatto "scavalcano" il dl Salvini. Non a caso, è già partita la guerra al decreto Sicurezza. E c'è chi parla di una possibile valanga di ricorsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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