Se il tribunale italiano li assolve, quello francese (almeno) fa finta di condannarli. Si è, infatti, chiuso, stamani, in tribunale a Nizza, con una ammenda di mille euro il processo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina nei confronti di Francesca Peirotti, la ventinovenne di Cuneo che il 9 novembre del 2016 venne trovata con otto stranieri irregolari nascosti nel proprio furgone. Dunque, la storia di un altro passeur umanitario che finisce a "tarallucci e vino". Il motivo è molto semplice: Francesca, così come tutti gli altri, ha dichiarato di aver trasportato gli stranieri oltreconfine per motivi umanitari legati alla libera circolazione dei migranti in Europa.
Non importa, poi, che tra questi potessero nascondersi delinquenti o terroristi, i nobili intenti lavano qualsiasi sospetto alla sua origine. Il 27 aprile scorso, in tribunale a Imperia, veniva assolto con formula piena per non aver commesso il fatto: Felix Croft, 28 anni, il passeur umanitario francese, arrestato nel luglio scorso, alla barriera autostradale di Ventimiglia, mentre all'interno della propria auto, una Citroen station wagon, tentava di portare in Francia una famiglia di migranti nigeriani composta da: marito, moglie, due bambini e il fratello del marito. Nel suo caso, il procuratore di Imperia, Grazia Pradella, che aveva chiesto 3 anni e 4 mesi, nelle sue contro repliche mise proprio in luce a corredo della sua richiesta di pena l'aspetto della sicurezza della nazione. Niente da fare. Croft ha dimostrato di aver trasportato gli stranieri spinto da motivi umanitari e per lui quel processo si è chiuso in una "bolla di sapone".
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