Ben 11 Paesi europei hanno trovato un accordo per la gestione dei migranti. E lo hanno fatto firmando 17 punti che sanno di programma beffa per l'Italia. Il premier Matteo Renzi, infatti, era il grande assente della riunione: nessuno lo aveva invitato.
Il problema, è che l'accordo in questione promosso dalla Commissione Ue guidata da Jean-Claude Juncker rischia proprio di penalizzare il Belpaese. In poche parole, i paesi baltici investiti dall'ondata dei migranti dicono di voler ridurre gli ingressi e i passaggi di frontiera. E così i migranti - secondo l'allarme della stessa Ue ("C'è il rischio che la strada dall'Albania potrebbe diventare il nuovo percorso seguito quest'inverno") - rivolgeranno il loro sguardo all'Italia.
Non solo dal mare dunque, dovremo guardarci anche dalla rotta balcanica. E questo grazie al fatto che all'incontro per parlare di migrazioni Renzi non fosse stato invitato. Il poco peso internazionale, è inevitabile, si paga molto caro.
Ieri notte si è infatti deciso un "piano operativo" di 17 punti, che prevede tra l'altro controlli più severi nei confronti dei migranti sulla rotta che dal Medio Oriente raggiunge l'Europa. Al contempo, l'Ue si impegnerà a fornire un riparo per altri 100 mila richiedenti asilo (30mila la Grecia, 20mila l'Onu e 50mila i Paesi del Nord Europa). Gli Stati dovranno inoltre potenziare i controlli delle frontiere: a tal fine l'Ue invierà 400 agenti di polizia, solo nella prossima settimana, in Slovenia. La conseguenza sarà che l'unica via di fuga per gli immigrati sarà raggiungere l'Albania e da lì invadere l'Italia.
Parte della stampa slovena aveva chiesto ragione dell'assenza dell'Italia, ma il portavoce della Commissione Ue, Margaritis Schinas, aveva risposto che Roma è "toccata dal fenomeno" in modo "meno specifico". W invece, proprio la sua assenza di fatto permetterà ai paesi dell'Est di scaricare su di noi il problema.
Angela Merkel, alla conlusione del meeting che fino a notte fonda ha tenuto i leader col fiato sospeso, ha detto che "siamo di fronte a conflitti globali che ci toccano ora direttamente" e che "l'Europa deve dimostrare che si tratta di un continente di valori e di solidarietà". Junker, invece, si fa baldanzoso anche se l'atmosfera in cui si è svolto l'incontro è stata molto tesa e alcuni leader lo hanno definito solo un piccolo "passo in avanti".
I punti dell'accordo sono dunque 17: scambio più efficace e duraturo di informazioni; limitazioni al passaggio dei profughi da uno stato all'altro; sostegno ai profughi con cibo, alloggio e assistenza medica; maggiore coordinazione dei flussi migratori; contrasto al traffico di migranti; riaffermazione dell'accordo con la Turchia, da attuare in tempi rapidi.
"Solo un approccio transfrontaliero collettivo - si legge nella nota diffusa - nel rispetto dello spirito europeo basato sulla solidarietà, la responsabilità e la cooperazione pragmatica tra le autorità nazionali, regionali e locali, può avere successo.
Un'azione unilaterale può innescare una reazione a catena: i paesi dovrebbero quindi lavorare insieme, così come con i paesi d'entrata come la Turchia".Tutti insieme, ma senza l'Italia. Messa all'angolo.
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