Il ministro della Salute Lorenzin: "Il metodo Stamina non è sicuro"

Annunciato lo stop definitivo alla sperimentazione del metodo. La rabbia di Davide Vannoni, presidente di Stamina Foundation

Il ministro della Salute Lorenzin: "Il metodo Stamina non è sicuro"

Niente da fare, quel metodo di cura non si deve utilizzare. Anzi, neanche di cura di può parlare. "Questa è una conferenza stampa che non avrei mai voluto fare perché sarei stata felice che questa vicenda avesse avuto un epilogo diverso, soprattutto per le tantissime famiglie che in questi anni si sono aggrappate a una cura che non c’è". Così ha esordito il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nella conferenza stampa in cui è stato annunciato annunciato lo stop definitivo alla sperimentazione del metodo Stamina. "Dopo il parere del Comitato scientifico abbiamo voluto prendere tempo - ha spiegato Lorenzin - senza farci tirare per la giacca da nessuno. Abbiamo chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato, la quale il 26 settembre ha stabilito che la sperimentazione non può essere proseguita perchè non vengono garantiti i livelli minimi di sicurezza in base alla normativa vigente".

Lo stop arriva perché il comitato scientifico "composto dai massimi esponenti del settore - spiega il ministro - ha dato una valutazione negativa del metodo ma non dando un giudizio a priori, bensì dando un giudizio in merito alla ripetibilità e sicurezza del metodo stesso". Nel percorso parlamentare, ha aggiunto la Lorenzin, "abbiamo ammesso delle deroghe alla normativa sulle sperimentazioni cliniche, ma nonostante tali deroghe l’esito è negativo perché non si rientra nei parametri per poter continuare questa sperimentazione".

La rabbia di Davide Vannoni

"Il ministro Lorenzin e il suo comitato scientifico sono pericolosi per la salute degli italiani", dice a caldo di Davide Vannoni, presidente della Stamina Foundation. "Le ragioni della bocciatura sono insignificanti - ha proseguito Vannoni - non hanno senso. Ci dicono che non è prevista valutazione donatori, ma è ovvio che a Brescia i donatori sono stati sottoposti a controlli rigorosissimi. È veramente una cosa assurda, leggo questo documento insensato coi brividi sulla schiena, anche un biologo del primo anno dell’università si renderebbe conto dell’inconsistenza scientifica di questo documento".

Associazione malati: faremo ricorso a Strasburgo

Sandro Biviano, portavoce dei malati che dal 23 luglio scorso presidiano notte e giorno piazza Montecitorio, accoglie la notizia del no del ministro con profonda delusione: "Per il ministro noi siamo morti che camminano, ormai non mi sorprende più nulla. Visto che non abbiamo avuto risposte neppure dal Papa, ci rivolgeremo alla Corte Europea dei Diritti umani di Strasburgo. Noi stiamo facendo democrazia, loro dittatura. Stanno giocando con le nostre vite", prosegue Biviano malato di distrofia muscolare come gli altri suoi tre fratelli. "Eppure non chiediamo sperimentazioni e nemmeno che le terapie ci vengano fornite gratuitamente, ma solo libertà di cura, anche al costo di pagare a nostre spese.

Almeno per quelli che stanno morendo e non hanno altra scelta". Quindi, rivolgendosi al Ministro della Salute Lorenzin domanda "cosa potrebbe esser peggio per chi è in fin di vita se non vedersi togliere l’ultima speranza?".

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