Il mondo dei giganti che ci sta sempre più largo

Se devo immaginare come sarà il mondo del futuro, per prima cosa mi viene in mente una terra più piccola ma con degli oggetti, dei manufatti sempre più grandi.

Il mondo dei giganti che ci sta sempre più largo

Se devo immaginare come sarà il mondo del futuro, per prima cosa mi viene in mente una terra più piccola ma con degli oggetti, dei manufatti sempre più grandi. Un mondo di giganti. Un tempo si diceva che l'unico oggetto terrestre visibile dallo spazio era la Grande Muraglia. Oggi dovunque nel mondo anche in Paesi fino a poco tempo fa semi-disabitati sono sorte immense città con milioni o decine di milioni di abitanti. E il territorio un tempo uniforme oggi è solcato da immense autostrade, immensi ponti, linee ferroviarie, canali. Poi, all'interno di queste zone urbanizzate, immensi edifici, grattacieli sempre più alti. Se guardiamo dove sono gli edifici più alti del mondo vediamo che uno solo - il One World Trade Center - è a New York. Gli altri li trovi in Cina, come lo Shangai Tower e il Pimj Finance Centre a Shenzen, o a Dubai come il Burj Khalifa .Tutte queste costruzioni rivolte contro il cielo sono spesso bellissime, dei prodigi di gusto e di tecnologia. Sono però sempre dei simboli di potenza, di ricchezza, di dominio sulla natura. Sono come delle astronavi che avrebbero voluto staccarsi dal suolo. Un sogno con un dispendio spaventoso di risorse e di energia, ultimo atto di una concezione predatoria.

Ma al gigantismo delle forme esterne corrisponde un gigantismo delle strutture sociali. In poco tempo sono emerse quattro Stati-nazione: gli Usa, la Russia, la Cina e l'India. E contemporaneamente sono sorte grandi imprese sovranazionali come Apple, Google e Amazon, che indirizzano non solo la comunicazione ma anche il modo di pensare, di parlare, di scrivere, gli orientamenti scientifici, tecnologici, culturali e politici. Tutte le grandi supernazioni hanno posto dei limiti insuperabili al loro domino. Anche l'Europa incomincia ad occuparsi di essi per consentire un minimo di concorrenza.

Se la comunicazione cade sotto il controllo di queste superpotenze la democrazia infatti è in pericolo. Oggi la gente incomincia a sentire il gigantismo anche in altri campi. Per esempio con lo smart working sono meno necessari grattacieli di uffici e diventa più importante, la casa, la terra, il rapporto con la natura.

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