Il papa della Chiesa cattolica e le critiche dei tradizionalisti. Monsignor Rino Fisichella ha le idee molto chiare: "Penso che non ci sia nessun appiglio per dover contestare il magistero di Papa Francesco alla luce del magistero precedente".
Questa è solo una, forse la più diretta, delle affermazioni rilasciate dal presule all'interno di un'intervista pubblicata daVatican News.
Una delle domande rivolte a mons. Rino Fisichella dal giornalista ha riguardato le "accuse" che alcuni "settori della Chiesa" muoverebbero nei confronti del pontefice. Critiche tanto dure da arrivare a sostenere che il magistero dell'ex arcivescovo di Buenos Aires sia finito per allontanarsi dalla stessa dottrina cattolica. Il teologo italiano ha replicato sottolineando anche che: "Non bisogna mai utilizzare strumentalmente il magistero per porre un contrasto nello sviluppo della dottrina. Quando c’è un uso strumentale, allora temo che non ci sia il desiderio di una scoperta della verità e che non ci sia anche una fedeltà alla tradizione della Chiesa".
"No", quindi, alle strumentalizzazioni di sorta, ma "no" anche alle letture parziali della pastorale dell'argentino. Bisognerebbe, ha continuato infatti Fisichella, "...ribadire quanta continuità ci sia nello sviluppo. Penso, però, che sia importante anche leggere attentamente tutto il magistero di Papa Francesco - ha insistito il monsignore - e non soltanto qualche intervento: il mosaico è dato dall’insieme delle tessere, non da una tessera soltanto".
Il tutto in funzione del venticinquesimo anniversario di Veritatis Splendor, la lettera enclica di San Giovanni Paolo II, pubblicata nel 1993, che verrebbe "usata" dai tradizionalisti e dai 'vetero-conservatori' per mettere in discussione l'attuale azione pontificia. Un testo, quello del papa polacco, che risulta essere discusso ancora oggi, specie per la dottrina relativa alla distinzione tra il concetto di "bene" e quello di "male". Alcuni commentatori, in sintesi, sostengono che Bergoglio l'abbia ormai oltrepassata.
Un testo che per Fisichella continua a presentare "punti fermi", nonostante il dilagare del relativismo e dal quale Bergoglio non si sarebbe affatto discostato. Poi, nella parte finale dell'intervista, il giudizio sintetico sul papa regnante: "Mi sembra che i grandi elementi debbano essere necessariamente questi: l’incontro con la persona di Gesù, l’annuncio costante che la Chiesa deve fare, che i pastori sono chiamati a fare per andare incontro a tutti.
Questa è l’idea della Chiesa in uscita e quindi anche la capacità, come viene detto in Evangelii Gaudium, di accompagnarsi con il nostro contemporaneo, di camminare accanto a lui per comprenderlo, per capire realmente quelle che sono le istanze e a volte anche, forse, fare un passo indietro", ha concluso il monsignore.Non esisterebbero motivi, insomma, per sostenere che papa Francesco si stia distinguendo, attraverso la promozione di istanze progressiste, dal magistero suoi predecessori.
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