Monsignor Galantino: "Un figlio non è un diritto"

Il caso degllo scambio degli embrioni e lo stop all'eterologa dividono l'Italia. Il numero uno della Cei: "Quando prevale l'individualismo non si fanno i conti con i sentimenti". E avverte: "Un figlio non è un diritto"

Monsignor Galantino: "Un figlio non è un diritto"

Un figlio non è un diritto. Può essere un ottimo desiderio, ma non un diritto. Con queste parole, nettissime, si è espresso il neosegretario della Conferenza Episcopale Italiana monsignor Nunzio Galantino.

Intervenuto in merito alla questione della questione dei due gemelli dati alla luce il 3 agosto dopo uno scambio di embrioni all'ospedale "Pertini" di Roma, il numero uno della Cei ha riaffermato la posizione tradizionale della Chiesa in materia di fecondazione eterologa e temi etici più in generale: "L'uomo non è una macchina. Tutto ciò che non può essere inglobato in meccanismi più o meno perfetti, purtroppo, prima o poi fa pagare il prezzo"

"Quando il figlio da desiderio comincia a diventare un diritto è chiaro che si cercano tutte le strade per assicurarsi questo diritto - continua il presule - Quando prevale l'individualismo si comincia a parlare di utero in affitto, una bestialità."

"Ed è chiaro che quando si parla di utero in affitto non si fanno i conti con altre realtà che sono poi i sentimenti, l'equilibrio, il legame con una persona, il legame tra la mamma e coloro che protano in grembo", ha concluso il capo dei vescovi italiani.

Parlando del caso dei gemelli romani, monsignor Galantino ha poi parlato di una "stortura antropologica ancor prima che medica". Solo ieri, d'altronde, era stata resa nota la nascita dei due gemellini romani contesi tra la famiglia biologica e quella "gestante", che si era vista riconoscere la paternità dei bimbi con l'iscrizione al registro dell'anagrafe.

Dopo che un primo ricorso da parte dei genitori biologici era stato rigettato dal giudice civile Silvia Albano perché "la letteratura scientifica è univoca nell'indicare come sia proprio nell'utero il legame fra il nascituro e la madre", la nascita, leggermente in anticipo, dei due bimbi, ne ha reso vano un secondo.

Contestualmente, si complica anche la strada per l'approvazione del decreto legge sulla fecondazione eterologa.

Dopo le prime, timide, aperture tentate dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, parrebbe essere stato addirittura il premier Renzi a insistere perché la scottante questione dei temi etici venisse demandata al Parlamento. Con la fecondazione eterologa che, allo stato attuale delle cose, resta comunque vietata.

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