Morbillo, ad aprile 385 casi: cinque volte di più del 2016

Dall’inizio dell’anno si contano già 1.920 malati di morbillo: nel 2016 ce ne furono circa 800 in tutto l’anno. L’88% fa riferimento a persone non vaccinate. Lazio e Piemonte le regioni più colpite

Morbillo, ad aprile 385 casi: cinque volte di più del 2016

L'allarme morbillo cresce di dimensione. Non solo per le infinite polemiche tra chi critica i vaccini e chi, invece, li difende a spada tratta. A preoccupare, infatti, sono i dati diffusi dal Ministero della Salute e dall'Istituto superiore di Sanità. Secondo l'ultimo bollettino di sorveglianza sul morbillo ad aprile si sono registrati 385 nuovi casi (29 nell’ultima settimana), un dato in forte calo rispetto a marzo (quando i casi furono 818) ma comunque superiore di ben 5 volte rispetto all’aprile 2016, quando i casi furono 76.

Dall’inizio di questo anno sono già stati segnalati 1.920 malati. In tutto il 2016 si contarono invece circa 800 casi. Ma c'è un altro aspetto che desta forte preoccupazone: dei 1.920 nuovi casi, infatti, l’88% fa riferimento a persone non vaccinate.

Bisogna stare molto attenti al morbillo. Ancora una volta i numeri aiutano a comprendere il problema: il 34% dei malati ha almeno una complicanza, il 40% sono stati ricoverati e il 15% finiscono al pronto soccorso. L’età media di chi si ammala è abbastanza elevata, rispetto alla tradizionale concezione "infantile" della patologia: 27 anni. Bisogna anche registrare 127 casi tra gli operatori sanitari.

La

regione più colpita è il Lazio, con 570 casi, seguita dal Piemonte (429) e dalla Lombardia (242). Pochissimi casi al Sud: 57 in Sicilia, appena 18 in Calabria, 8 in Puglia, 1 in Basilicata e 12 in Campania.

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