Le mosse dell'islam politico per prendersi i nostri cimiteri

La campagna dell'Ucoii per la moltiplicazione dei cimiteri islamici. Ma dietro c'è solo la volontà di piegare le leggi a proprio vantaggio per affermare un potere

Le mosse dell'islam politico per prendersi i nostri cimiteri

Una volta si ironizzava in tv sui “fascisti su Marte”, in epoca di coronavirus circolano seriose invettive sui “sovranisti ladri di morte”. Ma c’è poco da ridere: la fase più acuta dell’epidemia ha lasciato segni profondi in tutte le società colpite e dolorosi effetti collaterali. Il ricordo delle bare portate via dall’esercito è diventato un simbolo ma era anche il prodotto di un macabro problema pratico: quello delle sepolture. Per le famiglie di musulmani defunti a causa del Covid, c’è un problema in più: le procedure funebri previste dalla tradizione religiosa. In tutta Europa, la autorità religiose islamiche hanno concordato ad esempio di sospendere il lavaggio rituale della salma, contrario alle norme di profilassi. Si è invece mantenuta la regola della sepoltura con il corpo orientato verso la Mecca. Un problema, visto l’affollamento dei cimiteri.

La questione è stata dibattuta in tutta Europa. Il New York Times ha raccontato ad esempio il caso francese ma anche a Londra la numerosa comunità islamica si è trovata in difficoltà, anche perché con le limitazioni alla circolazione internazionale è stata sospesa l’abitudine di spedire le salme nei Paesi d’origine. Ci sono poi famiglie e comunità di fede islamica ormai radicate in Europa, per le quali si è affievolito il legame con i Paesi di provenienza man mano che le nuove generazioni si sono radicate. In tutta Europa si è dovuto fare i conti con i limiti imposti dalle norme urbanistiche, con gli spazi a disposizione, con i dettami della fede e si sono cercate soluzioni.

In Italia invece l’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche il cui segretario generale Yassine Baradei è convinto che cristianesimo ed ebraismo sono "un'eresia, uno storpiamento del messaggio originario", sta conducendo una campagna di rivendicazione tutta politica. Lo scopo evidente è la moltiplicazione dei cimiteri islamici. Lo scorso 30 agosto l’Espresso ha pubblicato un articolo pieno di testimonianze a sostegno della tesi dell’Ucoii: servono spazi esclusivi ma le amministrazioni di centrodestra, dunque malvagie, non vogliono concederli. Lacrimevoli le testimonianze di chi lamenta il no alla sepoltura, significativamente sobrio il titolo: “La battaglia più feroce dei sovranisti: impedire ai morti musulmani di avere una tomba”.

Ma è davvero così? Al netto dei problemi di trovare posto nei cimiteri, che in molte città riguardano tutti, credenti e anche non credenti, dei limiti imposti dalle norme e delle specifiche esigenze dettate dalla tradizione musulmana, l’accusa non sta in piedi. Per il semplice motivo che l’apartheid post mortem che piace all’Ucoii (tra i dettami specificati sul sito c’è di non usare ossari in cui ci siano anche resti di ebrei e cristiani) non è l’unica soluzione. In tutta Europa si cercano semplicemente posti adatti, senza necessariamente tenerli separati a tutti i costi.

Significativa la testimonianza resa al Giornale.it da Sara Kelany, responsabile enti locali per il Lazio di Fratelli d’Italia, che si è sentita toccata dall’accusa dell’Espresso (e dell’Ucoii) non solo politicamente, ma anche dal punto di vista personale da “figlia di musulmano che troppo giovane e perdutamente ancora innamorata di suo padre” è stata costretta dal destino “ad affrontare la sepoltura”.

“Papà si chiamava Mamdouh -racconta Sara Kelany, che vive in provincia di Latina- era uno splendido egiziano che predicava come un mantra uno degli insegnamenti più belli che più hanno levigato lo spirito mio e delle mie sorelle: la libertà”. Il signor Kelany, un uomo che, partito da lavapiatti è riuscito ad aprire una propria impresa e a permettere alle quattro figlie di laurearsi, più volte aveva detto loro che voleva essere sepolto vicino. “Lo diceva per gioco -racconta Sara- perché a 55 anni, alto due metri e bello come un faraone non puoi pensare realmente di poter morire”. Ma quando accade, la figlia racconta di essersi rivolta all’imam locale per garantirgli una sepoltura secondo i precetti religiosi ma anche secondo i suoi desideri. “Fu difficile, per mille motivi -rievoca- non ultimo la difficoltà di interagire con il mondo quasi impenetrabile di quel duro maestro di fede islamica”.

Ma alla fine tutto si svolge secondo la tradizione nel piccolo cimitero locale: il capo rivolto alla Mecca, i teli bianchi intorno al corpo, le abluzioni rituali, il saluto di familiari e amici islamici e non, “un paese intero che lo aveva accolto come un figlio”, dice Sara Kelany. Che ci tiene a ristabilire la verità: “Nulla impedisce a un musulmano di essere sepolto nei cimiteri presenti in ogni comune d’Italia e nessun sindaco può rifiutare le tumulazioni né nessun “feroce sovranista lo ha mai fatto”. Ottenere spazi dedicati non sempre è possibile per questioni di spazi e di normative.

"La falsa denuncia dell’Ucoii riportata in modo tendenzioso dall’Espresso è strumentale e va letta in un altro modo - ragiona Sara Kelany -: cosa spinge ad avere una separazione anche fisica dei defunti, cosa impedisce alle fedi di coabitare? Solo la volontà di piegare le leggi a proprio vantaggio per affermare un potere”. L’Ucoii incarna infatti l’islam più politico, in ottimi rapporti con le forze di maggioranza e alla costante ricerca di spazi sociali da controllare. Una denuncia che echeggia l’accusa all’Ucoii di Abdellah Redouane, segretario generale della moschea di Roma: “Si è cavalcata la pandemia da Coronavirus per fare marketing con continui annunci a proposito del fatto che è l'Ucoii a essere intervenuta per risolvere il problema della sepoltura dei defunti musulmani”.

Un modo di guadagnare spazi (i 76 cimiteri islamici esistenti sono elencati sul sito dell’Unione a fianco delle agenzie funebri di rito islamico) e peso politico, grazie anche ai

buoni rapporti con la sinistra. Pochi giorni dopo l’articolo dell’Espresso, il Comune di Napoli ha annunciato la creazione di un cimitero islamico. Insieme a un aumento di 350 euro delle tariffe per la tumulazione.

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