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Il muro del parto (o del pianto). Il degrado di Roma invade anche due grandi ospedali

Da oltre due anni infatti queste enormi scritte stanno ricoprendo l’intero reparto di Ostetricia dell’Ospedale San Camillo di Roma e dell’Ospedale Grassi di Ostia

Il muro del parto (o del pianto). Il degrado di Roma invade anche due grandi ospedali

Veri e propri tweet incisi nell’intonaco. Parliamo dello scempio che vede protagonisti l’ospedale San Camillo di Roma e l’ospedale Grassi di Ostia. Da oltre due anni infatti queste enormi scritte stanno ricoprendo l’intero reparto di Ostetricia dei due nosocomi. Dediche giganti rivolte ai nuovi nati, del tipo: “Daje Rocco, amore de zia nasci”, “ Stamo qua’ ad aspetta’ e ancora “ Desy amore de papà”.

In molti lo definiscono il “Muro del Parto”. Ma sarebbe meglio chiamarlo “Muro del Pianto” per il degrado che rappresenta. Ma seppur eventi del genere non accadano solo a Roma ma anche in altre città d’Italia, quello che fa riflettere è dove sia andato a finire il senso civico dei cittadini italiani. Infatti chi ora si trova a scrivere l’ennesima dedica, sia che sia un padre o una zia in trepida attesa in sala d’aspetto, vedendo la miriade di scritte si sente quasi autorizzato ad apporre anche la sua. Ed è proprio questo sentirsi giustificati che ha prodotto una quantità infinite di graffiti, ovunque. Sembra quasi che si stia confondendo la realtà virtuale dei social con la realtà del vivere quotidiano. Un po’ come quando si scrive in bacheca, sul profilo facebook dell’amico, gli auguri di compleanno. Solo che qui si deturpa un muro di un ospedale. Un luogo che dovrebbe essere rispettato. Ma a molti queste scritte, graffiti o murale chiamateli come volete piacciano. Molti li definiscono impronte importanti di momenti storici-sociali o semplici stati d’animo. Insomma un modo di esprimersi originale e curioso. Una versione pop dei lontani geroglifici. Perché in questa attuale società l’importante è “Esserci” testimoniando la propria presenza, meglio se con scritte ricche di kappa, ipsilon, frasi corte e piene di disegni colorati. E se qualcuno ha fatto giustamente notare che per esprimere la propria gioia per la nascita di un figlio o un nipote ci sono altri modi , nessuno si premunisce di impedire che si prosegua a farlo.

Chissà cosa ne pensano in Francia, Svizzera, Germania, Spagna, Danimarca, Stati Uniti , Giappone e Regno Unito di queste “civili” esternazioni d’affetto. Saranno troppo etici, morali e civili loro o troppo socievoli e affettuosi noi?

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