Non è il Covid e non è giustificata alcuna psicosi sul vaiolo delle scimmie, con soli tre casi in Italia di pazienti ricoverati allo Spallanzani e tutti e tre in buono stato di salute. Detto questo, è chiaro che gli esperti si interroghino sull'eventuale mutazione di un virus che esiste da anni e che se n'era rimasto buono nei suoi territori d'origine, l'Africa centro-occidentale. Cosa può essere successo, all'improvviso? "Un virus mutato o un generale calo dell'immunità collettiva": è quanto affermato dall'immunologa dell'Università di Padova, Antonella Viola, che prova a dare una spiegazione sui tre casi romani non collegati al contatto diretto con scimmie infette.
Quali sono le ipotesi
Nessun allarmismo, e lo ripete anche la stessa Viola, che ipotizza l'eventuale "cambiamento del virus che è diventato più abile nella trasmissione uomo-uomo". Accanto a questo, anche un potenziale calo dell'immunità collettiva contro il vaiolo umano perché "ormai gran parte della popolazione non è vaccinata". Come detto, i casi sono così bassi ed è così difficile contrarlo che non c'è motivo di esserne preoccupati. L'immunologa, a Repubblica, ha spiegato il perché la maggior parte degli infetti riguardi i giovani e gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini. "La trasmissione del vaiolo delle scimmie può avvenire attraverso scambi di fluidi corporei, e nei rapporti sessuali ovviamente questo avviene", spiega l'esperta. In rari casi, con un contatto molto prolungato e ravvicinato, il contagio "può avvenire anche tramite goccioline e con gli indumenti contaminati".
La protezione del vaccino
Un'arma a disposizione già c'è, esiste: il vaccino contro il vaiolo fatto dalle persone più anziane funziona e "offre protezione" anche contro questo virus che proviene dalle scimmie. Troppo presto, però per capire se potrebbe essere ripristinata come arma contro il virus. "Va tenuto sotto controllo e dobbiamo capire cosa sta accadendo", aggiunge l'immunologa. "Il vaiolo delle scimmie che finora si è manifestato in Europa non sembra grave e i pazienti guariscono nel giro di qualche settimana". C'è un particolare vaccino, Imnavex, contro il virus del vaiolo delle scimmie che potrebbe aiutare "anche ad accelerare la guarigione post-contagio, ma francamente non ci sono dati certi a disposizione".
Quali sono i sintomi
Come abbiamo visto su InsideOver, i sintomi possono essere lievi o moderati e le lesioni cutanee possono provocare prurito e in alcuni casi dolore. L'incubazione varia tra i 6 e i 13 giorni fino a un massimo di 21 giorni. "Il vaiolo delle scimmie si manifesta con febbre, dolori muscolari, mal di testa e stanchezza. Un sintomo tipico è l'ingrossamento dei linfonodi. Le lesioni si manifestano nei giorni seguenti dapprima con un rash cutaneo che poi man mano evolve nella lesione tipica.
Con questi sintomi non credo che si faccia fatica a intercettare i casi", spiega Antonella Viola. I sistemi di monitoraggio funzionano, i casi sono minimi e non c'è nessun rischio che la situazione attuale possa peggiorare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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