'Ndrangheta, maxi operazione: arrestati politici e professionisti, indagato il senatore Piero Aiello

Maxi operazione a Lamezia Terme: 65 in manette. Truffe alle assicurazioni per comprare armi. Indagato il vice presidente della Sacal e un senatore del Pdl

'Ndrangheta, maxi operazione: arrestati politici e professionisti, indagato il senatore Piero Aiello

Politici, imprenditori, avvocati, medici e agenti della Polizia penitenziaria. Una maxi operazione della polizia di Catanzaro ha messo le manette a 65 persone infliggendo un durissimo colpo alle cosche di Lamezia Terme. Nell'inchiesta sulla cosca Giampà è finito invischiato anche il senatore del Pdl Piero Aiello per il quale la Dda aveva chiesto l’arresto, Richiesta che è stata rigettata dal gip.

Per finanziare gli acquisti di armi e stupefacent e garantire il pagamento degli stipendi agli affiliati, la cosca Giampà aveva creato un vorticoso sistema di truffe assicurative avvalendosi della collaborazione di un gruppo composto da assicuratori, periti, carrozzieri, medici e avvocati. Non solo. Grazie al sistema delle truffe, ogni anno, arrivavano nelle casse della cosca milioni di euro di cui beneficiavano anche i professionisti che concorrevano con la cosca. Fra i reati contestati ad alcuni degli arrestati nel maxi blitz di questa mattina c'è anche il voto di scambio. Uno degli avvocati è infatti accusato di scambio elettorale politico-mafioso dal momento che avrebbe finanziato la cosca Giampà attraverso un autorevole referente per ottenere voti alle elezioni amministrative del Comune di Lamezia del 2010. Tra gli arrestati c'è anche l’ex consigliere provinciale e attuale vice presidente della Sacal (la società di gestione dell’aeroporto lametino) Gianpaolo Bevilacqua al quale sono contestati i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e di estorsione. In particolare, oltre alla connivenza con la cosca Giampà, avrebbe estorto a un commerciante di abbigliamento sportivo alcune tute da recapitare a detenuti del citato clan.

Come ha spiegato il procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro Giuseppe Borrelli illustrando i particolari dell’inchiesta "Perseo", con il sistema delle truffe alle assicurazioni messo in atto grazie a avvocati, medici, carrozzieri, periti, la cosca Giampà non solo aveva trovato un nuovo sistema di finanziamento, ma aveva creato una collusione tra ’ndrangheta e cittadini che per ottenere benefici economici si rivolgevano al boss chiedendo ed ottenendo il permesso di beneficiare dello stesso meccanismo. "Ciò è drammatico ed è indice della pervasività della ’ndrangheta e di come questa ottenga quel consenso che è la ragione del suo successo", ha commentato Borrelli facendo presente che, i prossimi mesi, l’attenzione della Dda si sposterà sulle cosche Iannazzo e Torcasio e su quei gruppi che dopo i primi arresti dei Giampà stanno cercando di prenderne il posto. Il procuratore aggiunto della Dda ha anche messo in evidenza come "raramente le vittime hanno collaborato spontaneamente".

"Questo è grave perché l’opera dello Dda in altre realtà calabresi ha innescato meccanismi virtuosi che dovrebbero partire anche a Lamezia - ha concluso - è incredibile, poi, che un esponente politico, Gianpaolo Bevilacqua, vada in un negozio a dire che vuole lo sconto per acquistare le tute per i detenuti. Siamo tra il drammatico ed il folcloristico".

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