Migliaia sono gli esercizi commerciali che hanno già esposto sulle vetrine i cartelli "aperti per Pasqua e Pasquetta". Domenica 1 e lunedì 2 aprile, in occasione delle festività di Pasqua e del Lunedì dell’Angelo, saranno numerosi i ristoranti, i negozi e i centri commerciali che terranno le serrande alzate. Ma contro le aperture nelle festività scendono in campo la Chiesa e i sindacati Cgil, Cisl e Uil.
Le proteste
Come riporta il Corriere, da più parti arrivano appelli a introdurre limitazioni alle liberalizzazione delle aperture introdotte dal governo Monti con la legge Salva Italia. La Regione del Veneto ripropone la battaglia per modificare la disciplina degli orari e delle giornate di apertura degli esercizi commerciali. Lo ha annunciato l’assessore regionale allo sviluppo economico e al commercio Roberto Marcato. "Le prossime festività pasquali sono l’occasione per rimettere al centro dell’attenzione la questione delle aperture senza nessun criterio di ragionevolezza", ha dichiarato l'assessore.
Anche il governatore della Toscana, Enrico Rossi, appoggia le proteste dei lavoratori e critica la liberalizzazione. "La legge del governo Monti - ha affermato Rossi - ha calpestato i diritti di centinaia di migliaia di lavoratori e ha messo in difficoltà i piccoli esercizi commerciali gestiti a livello familiare, favorendo soltanto la grande distribuzione. È anche una falsità dire che si fa così in tutta Europa".
Dure le critiche da parte delle istituzioni ecclesiastiche. Il vescovo di Tortona, Vittorio Francesco Viola, l’anno scorso aveva criticato l’apertura pasquale dell’outlet di Serravalle Scrivia. "La questione non può preoccupare solo i credenti. Il tempo che non conosce la festa, non è più un tempo per l’uomo ma un tempo che divora l’uomo", aveva dichiarato. E anche l’arcivescovo di Pisa, Giovanni Paolo Benotto, aveva rivolto ai fedeli un messaggio di questo tipo ai fedeli.
Lo sciopero
Emilia Romagna, Puglia, Sicilia e Lazio hanno proclamato due giornate di sciopero per Pasqua e Pasquetta. "La completa liberalizzazione degli orari e delle aperture domenicali e festive - si legge in una nota dei sindacati -, anno dopo anno, si sta rivelando disastrosa, non ha portato alcun aumento dell'occupazione e dei consumi, come dimostrano i tanti negozi dei centri storici chiusi e le procedure di licenziamento fatte dalle aziende della grande distribuzione, anche quelle che hanno scelto il 'sempre aperto h24'. Sono peggiorate le condizioni di lavoro, gli orari, la vita delle lavoratrici e dei lavoratori, è aumentata solo la precarietà".
Il governo Monti
Le liberalizzazioni del governo Monti, introdotte per
cercare di rilanciare consumi e occupazioni, consentono l’apertura 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. Nonostante in Parlamento si cerchi di cambiarla da almeno quattro anni, la legge è ancora in vigore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.