Avevano messo in piedi - o almeno, ci avrebbero provato - una associazione sovversiva di matrice neonazista e suprematista. Per questo, alle prime ore dell'alba gli agenti della Digos hanno perquisito le abitazioni di 26 persone legate agli ambienti del neonazismo.
Le indagini, coordinate dalla procura di Napoli, sono state effettuate con il supporto della Digos partenopea e dalla Direzione centrale Polizia di Prevenzione - Servizio per il contrasto dell'estremismo e del terrorismo interno. Le perquisizioni sono scattate nelle province di Napoli, Caserta, Avellino, Siena, Roma, Torino, Ragusa, Lecce e Ferrara. Sul web, i 26 avevano avviato campagne di apologia del fascismo, negazionismo della shoah, incitazione all'odio razziale e all'antisemitismo e una "costante attività di addestramento paramilitare". Nelle loro case, gli agenti della Digos hanno rinvenuto munizioni, numerose armi "soft air" fra cui anche un lancia-granate e abbigliamento tattico. Secondo la procura partenopea, la struttura era in contatto stretto e stabile con formazioni neonaziste ucraine ed era "volta a realizzare un avanzato addestramento militare dei suoi adepti, alcuni dei quali risultano aver frequentato, anche all'estero, corsi per l'utilizzo di armi da sparo corte e lunghe e per l'addestramento in tecniche di combattimento corpo a corpo". Pare stessero anche progettando "eclatanti azioni violente".
Lo scorso giugno, i carabinieri del Ros, in collaborazione con i comandi provinciali di Cagliari, Cosenza, Frosinone, Latina, L’Aquila, Milano, Roma e Sassari, avevano eseguito un provvedimento di obbligo di firma per 12 persone, accusate di associazione finalizzata alla propaganda e all’istigazione per motivi di discriminazione etnica e religiosa. Le indagini erano partite nel novembre del 2019 e hanno svelato l'esistenza e l'operatività di un gruppo, denominato "Ordine Ario Romano" e composto da cittadini di età compresa tra i 26 e i 62 anni.
I militanti di questo gruppo di ultradestra pubblicavano costantemente sui social network post, immagini e video dal contenuto razzista e discriminatorio, di ispirazione antisemita, negazionista e nazionalsocialista, oltre a rilanciare tesi complottistiche contro il popolo ebraico. Tra i nomi dei membri dell'Ordine compariva anche quello di Francesca Rizzi, vincitrice nel 2019 del concorso "Miss Hitler" lanciato sul social network russo VK, uno dei canali di comunicazione e propaganda più utilizzati dalla galassia del neonazismo.
Sulla schiena, Rizzi porta un grosso tatuaggio che raffigura un'acquila poggiata su svastica. Proprio la donna avrebbe anche partecipato, nell'estate di quell'anno, a un convengo di estremisti di destra a Lisbona.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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