Si chiama New Delhi il batterio killer che sta terrorizzando la Toscana e che, nel giro di pochi mesi, ha causato decine di vittime e infettato più di 60 persone. L'area maggiormente colpita si estende dalla località da Piombino fino a Pontremoli, passando per la Versilia mentre le città più colpite sono Pisa e Livorno, dove si è registrato il maggior numero di decessi sospetti.
Al momento i morti sono 32, ma potrebbero presto aumentare.
Che cos'è il batterio New Delhi
Il New Delhi è un virus indiano resistente agli antibiotici, compresi quelli di "secondo livello", come spiega Giulia Gemignani, dottoressa della direzione medica dell'ospedale Cisanello di Pisa: "È un batterio normalmente presente nella flora intestinale. Quello che si sta diffondendo è l'evidenziazione in questo germe di un meccanismo di resistenza per un gene che prima non era così diffuso in Italia e che era stato segnalato solo in casi sporadici".
L'Ecdc - il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie - in un rapporto del 4 giugno scorso ha parlato di un focolaio senza precedenti "la cui origine non è stata ancora determinata". Sembrerebbe infatti che il batterio sia stato isolato per la prima volta nel 2008 in un turista svedese, tornato dopo un viaggio in India. Ma tra il novembre del 2018 e l'agosto del 2019, in Toscana, il batterio, che nei pazienti che lo contraggono ha un indice di mortalità del 40%, è stato isolato nel sangue di 75 persone ricoverate con patologie gravi.
Prosegue sempre la dottoressa Gemignani: "Colpisce pazienti che hanno varie condizioni di comorbidità, ospedalizzati frequentemente, con un altro elenco di fattori di rischio e fragilità della persona. I portatori possono essere vari, ma rimangono comunque pazienti sani".
Al momento i portatori del ceppo batterico ricoverati negli ospedali toscani sono 708. Individui sani che, però, se si dovessero trovare a contatto con persone fragili e facilmente contagiabili rischiano di far circolare il virus. Il soggetto colonizzato - spiega la dottoressa Cesira Giordano, microbiologa dell’ospedale di Pisa - "viene messo in isolamento da contatto in modo da poter evitare la diffusione del microrganismo ad altri pazienti".
Quali sono i sintomi del batterio New Delhi
I sintomi - che rappresentano un campanello d'allarme della presenza del batterio - possono essere di diversi tipi. I segnali della presenza di infezione da Ndm (questo è il nome scientifico del virus) nell'organismo corrispondono a quelli delle altre infezioni sistemiche. Tra i principali sintomi si segnalano la febbre, l’infezione del tratto urinario, eruzione cutanee improvvise, dolori al torace, polmonite, problemi neurologici e, in determinati casi, anche disturbi gastrici e artriti.
Il contagio avviene per contatto, motivo per cui, la prima minaccia per la circolazione del germe viene riscontrata nello scarso utilizzo di norme
igeniche. Per l'ospedale di Pisa la situazione sembra però essere sotto controllo: "Dobbiamo solamente rafforzare quello che già stavamo facendo", afferma a ilGiornale.it la dottoressa Gemignani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.