La Francia ha detto no: niente estradizione per gli ex dieci terroristi italiani di estrema sinistra rifugiati nel Paese d'oltralpe e condannati per reati legati all'eversione comunista negli anni '70 e '80. La Chambre de l'Instruction della Corte d'Appello di Parigi ha deciso di respingere le richieste dell'Italia di rimpatriali, dopo una serie di udienze e di rinvii. Un pronunciamento giustificato, a quanto si apprende, facendo riferimento agli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Gli ex Br erano stati arrestati in Francia ad aprile (e poi scarcerati) nell'ambito dell'operazione "Ombre Rosse".
Gli ex terroristi italiani al centro del caso facevano tutti parte di formazioni armate di ispirazione comunista. Le domande di estradizione inoltrate dall'Italia riguardavano nello specifico l'ex militante di Lotta Continua, Giorgio Pietrostefani; gli ex Br Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, Maurizio Di Marzio, Enzo Calvitti; l'ex militante di Autonomia Operaia Raffaele Ventura; l'ex militante dei Proletari armati Luigi Bergamin; l'ex membro dei 'Nuclei armati contropotere territorialè, Narciso Manenti. Gli avvocati degli ex terroristi italiani, che avevano chiesto un complemento di informazione sui dossier, avevano domandato alla Corte francese che venissero respinte le domande di estradizione. E così di fatto è stato.
Al momento del pronunciamento della Corte, secondo quanto si apprende, erano presenti tutti gli ex terroristi a eccezione del settantottenne Giorgio Pietrostefani, il più anziano dei dieci e in condizioni precarie di salute. L'uomo era stato uno dei fondatori di Lotta Continua, organizzazione extraparlamentare che operava pubblicamente ma a cui sentenze passate in giudicato avevano addebitato l'omicidio del commissario Luigi Calabresi, compiuto il 17 maggio 1972. Pietrostefani era stato riconosciuto proprio come uno dei mandanti e per questo condannato a 22 anni.
Negli ultimi mesi, come accennato, si erano susseguite varie udienze sul caso, in buona parte caratterizzate da rinvii per consentire l'invio dall'Italia di materiale relativo alle condanne penali. A dossier completati si attendeva un pronunciamento da parte francese, che alla fine si è risolto in un diniego al nostro Paese. Una decisione a dir poco controversa. Uno schiaffo alla memoria delle vittime colpite dagli atti di terrorismo rosso dei quali i dieci ex Br erano accusati.
"No agli ex Br in Italia", le reazioni
Sul fronte politico, la prima reazione indignata è stata quella del coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani. "Negare l'estradizione da parte della Francia a un gruppo di terroristi rossi è un atto gravissimo che non ha nulla a che vedere con il garantismo e la libertà di espressione sempre difesi da Parigi. Qui si tratta di partecipazione attiva a un progetto criminale ed eversivo", ha scritto in un tweet l'eurodeputato. Secondo la collega forzista Licia Ronzulli, la decisione francese è "semplicemente indecente, tanto più perché parliamo dei protagonisti di una delle stagioni più buie che l'Italia abbia mai attraversato". A stretto giro, anche il leader della Lega Matteo Salvini ha manifestato il proprio sdegno. "Altro che 'solidarietà europea', proteggere terroristi che hanno ucciso in Italia è una vergogna, uno schifo", ha affermato l'ex ministro degli Interni. Per la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, quella adottata dalla Corte francese è stata una decisione "inaccettabile e vergognosa". "Ci eravamo illusi che la dottrina Mitterrand fosse finita. Prendiamo atto che non è così. I familiari delle vittime meritano verità e giustizia. Il governo Draghi si attivi subito: questi criminali devono scontare in Italia la pena fino all'ultimo giorno", ha commentato la leader di Fdi. E anche fonti del Pd hanno espresso "delusione" per una "decisione grave" che riapre una ferita per i familiari delle vittime.
Caso ex Br, ministro francese chiama la Cartabia
Sulla notizia è intervenuta anche la ministra della Giustizia italaiana, Marta Cartabia. "Rispetto le decisioni della magistratura francese, che agisce in piena indipendenza", ha dichiarato la guardasigilli, aggiungedo di attendere ora di "conoscere le motivazioni di una sentenza che nega indistintamente tutte le estradizioni". A quanto si apprende, nelle ore successive alla controversa decisione, il ministro della Giustizia francese Eric Dupond-Moretti ha telefonato all'omologa italiana. Il colloquio - riferiscono fonti vicine alle due personalità - è servito anche a ribadire, da parte francese, le relazioni di reciproca fiducia.
Il rapporto istituzionale tra i ministri francese e italiano è da tempo buono: un confronto tra i due, avvenuto più di un anno fa, fu all'origine della svolta che portò il governo francese alla storica decisione di inoltrare le richieste di estradizione ai giudici, superando un blocco politico che durava da decenni.
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