"No grazie". E i big della musica danno buca al Pd

Alcuni nomi di primo piano della canzone italiana, tra cui Ghali e Mahmood, avrebbero risposto picche all'invito di cantare per il Pd a piazza del Popolo, forse temendo un ritorno d'immagine sfavorevole

"No grazie". E i big della musica danno buca al Pd

"No grazie". Alla proposta di cantare per il Pd avrebbero risposto picche. Niente da fare: il palco della sinistra, ormai, è poco trendy anche per certi artisti dalle simpatie progressiste. Secondo quanto si apprende, alcuni big della canzone italiana avrebbero detto no alla richiesta di esibirisi all'odierna manifestazione con la quale il partito di Enrico Letta concluderà a Roma la propria campagna elettorale. Bella disdetta per i dem, che per settimane avevano osservato con interesse gli attacchi sferrati da alcuni cantanti al centrodestra e a Giorgia Meloni.

Secondo quanto riporta l'Adnkronos, a rifiutare l'invito del Pd sarebbero stati - tra gli altri - Ghali, Mahmood, Diodato, il rapper Carl Brave e altri nomi di primo piano della canzone pop tricolore. Al momento, va precisato che da parte dei diretti interessati non c'è stata nessuna conferma né smentita all'indiscrezione. I suddetti artisti sarebbero stati contattati dai dem per esibirsi sul palco di piazza del Popolo davanti ai simpatizzanti Pd, ma la loro risposta sarebbe stata sempre la medesima. "No, grazie". In alcuni casi, i suddetti cantanti avevano già precedenti impegni musicali ma la motivazione principale del loro diniego sarebbe un'altra.

La frase della Meloni

L'ipotesi più plausibile, piuttosto, è che i volti noti della musica contattati dal Pd abbiano voluto evitare un'esposizione mediatica ritenuta non troppo vantaggiosa per la loro immagine. Perché, in fondo, le invettive sui social contro il centrodestra non costano nulla (e spesso offrono visibilità) ma cosa ben diversa è esibirsi con un gigante stemma di partito alle spalle. La questione dei cantanti schierati a sinistra, peraltro, era diventata oggetto di dibattito proprio nei giorni scorsi, quando Giorgia Meloni aveva sollevato l'argomento da una prospettiva differente.

"Secondo voi com'è possibile che non ci sia nello spettacolo qualcuno che la pensi come noi? Siamo stimati al 25%.

Se c'è perchè non parla? È possibile che se parla le sue possibilità di crescere nel mondo dello spettacolo possano ridursi? È questa la democrazia dei democratici?", aveva lamentato la leader di Fratelli d'Italia, che nelle settimane precedenti era stata attacata sui social da artiste come Elodie, Giorgia, Ariete, Loredana Bertè, Levante.

Al momento decisivo, nel rush finale prima del voto, nessun cantante di primo piano avrebbe però accettato di fare da "menestrello" al Pd.

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