Un caso di morosità, come ce ne sono tanti, ma con un risvolto dai toni tragici. Non pagava l'affitto da quindici mesi, eppure Massimiliano di Bella non intendeva lasciare l'appartamento di proprietà di Piera d'Aniello. Lei, insegnante di storia e filosofia in pensione, non poteva immaginare cosa l'attendeva sull'uscio della porta di casa sua.
"Lui uscirà dal carcere prima ancora che io riesca ad uscire da questo ospedale, e me lo ritroverò nella stessa casa da cui ho tentato inutilmente di sfrattare", così parla la 66enne, brutalmente aggredita dal suo inquilino. "Avevamo discusso la sera prima, gli avevo ripetuto che non potevo ulteriormente aspettare visto che non pagava più l’affitto da quindici mesi e doveva ancora delle somme degli anni precedenti. L’indomani mattina verso le 8,20 mi ha suonato alla porta, gli ho aperto, lui mi ha chiesto ancora una volta di aspettare. Al mio no ha preso un barattolo pieno di benzina che nascondeva dietro la porta e me ne ha versato addosso una parte e il resto in casa; poi ha tirato fuori un accendino e mi ha detto ’crepa!’. Sono viva per miracolo".
Adesso Di Bella, fabbro ma spesso disoccupato, è in carcere a Catania con le accuse di tentato omicidio, danneggiamento e incendio doloso. La sua famiglia, moglie e tre figli, è invece ancora nell’appartamento che avrebbero dovuto lasciare quella mattina: l’ufficiale giudiziario, che si è presentato in casa loro poche ore dopo l’aggressione, ha preferito concedere l’ennesima proroga, stavolta di un mese e mezzo. È incensurato e potrebbe dunque presto lasciare la cella.
"Lo temo e ho paura - ripete la professoressa D’Aniello - per come vanno le cose in Italia, quando mi faranno uscire da questo ospedale, tra almeno un mese, rischio di ritrovarmelo al piano di sotto, ancora in casa, mentre la mia è mezza distrutta dallo stesso fuoco che stava per uccidermi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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