Non neghiamoci la fortuna

Gli "stati di negazione" sono fenomeni studiati nel tempo da sociologi e filosofi intenti a capire perché nella società sia diffusa la rimozione della verità quando questa appare dolorosa

Non neghiamoci la fortuna
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Gli «stati di negazione» sono fenomeni studiati nel tempo da sociologi e filosofi intenti a capire perché nella società sia diffusa la rimozione della verità quando questa appare dolorosa. Il 2023 offre più di uno spunto per scrivere sull'argomento un nuovo capitolo, quello sulla «negazione» da parte della sinistra di quanto avvenuto nelle urne alle ultime elezioni e di quanto successo nel primo anno di governo delle destre, ma soprattutto di quanto è successo e sta succedendo dalle loro parti dove regnano divisioni profonde e un enorme caos. Il problema non è politico, è davvero psichiatrico. Le sconfitte fanno male, ovvio, ma non fare neppure un tentativo di ammettere le proprie colpe e i meriti dell'avversario è cosa da matti.

Ora è chiaro che il governo Meloni non è la panacea di tutti i mali e che qualche errore politico è stato fatto ma ridurre convintamente il tutto al treno di Lollobrigida o all'inciampo personale di qualche ministro è da stupidi, oltre che ridicolo. Nonostante la martellante campagna dei negazionisti l'Italia di oggi è oggettivamente messa meglio di quella di due anni fa e c'è motivo di provare ad attraversare il 2024 con qualche certezza in più e qualche timore in meno.

Lo facciamo anche noi, visto che il Giornale, fondato da Indro Montanelli il 25 giugno del 1974, entra domani nell'anno del suo cinquantesimo compleanno. Il primo augurio va quindi a questa testata ed è quello di riuscire a continuare a essere se stessa in una babele di voci stordenti e spesso depistanti. Il secondo augurio è per questo meraviglioso Paese sempre in bilico tra tragedia e farsa ed è di mantenere il punto di equilibrio grazie al quale siamo miracolosamente diventati una grande nazione. Il terzo augurio è alle nuove generazioni e qui ripesco una famosa frase di Indro Montanelli. «Cari ragazzi - diceva il Fondatore - smettetela di lamentarvi, il mondo sarà quello che costruirete voi, se esce brutto non prendetevela con la televisione, la società, l'America o chicchessia.

Sappiate che qualunque faccia avrà vi somiglierà». L'ultimo augurio è per tutti voi. Per come si stanno mettendo le cose nel mondo, vi auguro una buona dose di fortuna, cosa di cui abbiamo tutti davvero bisogno. Buon 2024.

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