"Non si capisce...": nella giungla dei controlli del green pass

Siamo andati a vedere da vicino come è stato il primo giorno di doppio green pass. Tra linee guida contrastanti e controlli, la confusione è parecchia

"Non si capisce...": nella giungla dei controlli del green pass

"Scusi, mi può mostrare il green pass?". Ecco, oggi ci saremmo aspettati di sentire questa frase a ogni angolo di Milano. O meglio, dove sono state introdotte delle modifiche da lunedì 6 dicembre: bar, ristoranti e mezzi di trasporto. Non è stato così dappertutto. Visto l'allarme acceso dal sottosegretario Nicola Molteni oggi a ilGiornale, abbiamo voluto vedere da vicino il primo giorno del doppio green pass.

Gli agenti sono impegnati in prima linea per effettuare controlli a campione, ma la vastità del territorio e lo scarso numero delle forze in servizio rende il pattugliamento pressoché impossibile. E quello che emerge è uno scenario tutt'altro che nitido. Molti baristi sono confusi. "Senta - ci dicono - io mi sono messo a chiederlo anche al bancone. Ma è giusto? Cosa devo spuntare? Green pass o green pass rafforzato?". Ci sono poi ristoratori convinti che il super green pass si sblocchi dopo la terza dose. Tra i controllori dell'Atm non mancano volti spaesati. "Mi avevano detto che avremmo fatto i controlli in entrata e uscita della metropolitana - ci spiegano -. Questa mattina ho scoperto che solo alcuni di noi avevano l'app del governo e sono stati mandati sui mezzi. Non si capisce niente".

Treno e metropolitana

Passando da una stazione e all'altra, appare lampante che i controlli vengano effettutati a campione da militari, carabinieri e polizia. Non può essere altrimenti. Anche gli enti gestori del trasporto pubblico locale sono impegnati nell'attività di verifica. Controllare tutti i passeggeri è difficile: ma il campione in base a cosa viene scelto? Nessuno ce lo sa spiegare. Resta, però, il fatto che nelle principali stazioni del capoluogo lombardo i controlli vengono effettuati - anche se non a tappeto - con molto rigore.

"Ci hanno chiesto il green pass e il documento di viaggio - ci spiega un gruppo di persone in stazione Centrale a Milano -. Non so perché abbiano fermato proprio noi. Però avevamo tutto in regola". Impossibile fare un bilancio già il primo giorno. Per quello che siamo riusciti a raccogliere intervistando i passanti (anche noi con scelte randomiche), ci sono parecchie persone che di verifiche non ne hanno viste nemmeno l'ombra. "Sono in giro da questa mattina - ci spiega un uomo in metropolitana -, ho preso diversi mezzi ma nessuno mi ha chiesto uno straccio di documento. Controlli? Io non ne ho visti". Anche una anziana gli fa eco e ci confessa che sembra tutto uguale a prima.

Se sui mezzi di trasporto locale ci sono almeno i controlli a campione, in metropolitana e sui mezzi di superficie (tram e autobus) le percentuali dei passeggeri a cui viene chiesto di esibire il green pass si assottiglia sempre di più. Saremo anche stati sfrotunati (lasciamo il beneficio del dubbio ad analisi numeriche che sicuramente verranno fornite nelle prossime ore), ma di controlli non ne abbiamo visti nemmeno uno. Da oggi sulle linee Atm sono presenti dieci punti di controllo del green pass, venti squadre con una quarantina di uomini. Non molti. L'assessore alla Sicurezza, Marco Granelli, precisa che ad affiancarli in metropolitana ci sono pure poliziotti e carabinieri mentre in superficie ci sono i vigili. Anche con loro, però, i numeri sono esigui. Anche perché, come ci ha confessato un impiegato dell'Atm, le linee guida per effettuare i controlli sono state cambiate in corsa e rivelate soltanto questa mattina: non si possono più fare accertamenti all'ingresso e all'uscita dei mezzi, ma soltato sulla metro. "Non ci si capisce niente - ci dice amareggiato -. Speriamo che nei prossimi giorni tutto diventi più chiaro".

Bar e ristoranti

All'interno dei locali si entra solo con il super green pass. Al bancone, invece, si può consumare avendo in tasca il certificato verde standard. Molti baristi che abbiamo intervistato ci hanno confessato la propria confusione. Più di uno non era affatto a conoscenza delle differenti tipologie di certificazione. E così ci siamo, per esempio, trovati a discutere con ristoratori ultra premurosi (e poco informati), convinti che il green pass rafforzato venga dato solo dopo la terza dose di vaccino o con camerieri profondamente scocciati dai controlli (e dalla nostra presenza).

Nel nostro girovagare per la città abbiamo trovato anche i classici furbetti. Ristoratori e baristi che se ne vanno in giro per il locale con la mascherina abbassata e senza controllare il pass. Quando glielo facciamo notare ci rispondono con una scusa fin troppo banale: "Li ho controllati tutto il giorno. Ma in questo momento sono da solo e non li ho chiesti".

Anche molti clienti si ingegnano per sfuggire i controlli. Ecco, per esempio, che in un bar ci troviamo davanti una signora che, dopo essersi seduta, sfoggia un super green pass per nulla in regola. La barista è impeccabile e la invita ad abbandonare immediatamente il locale.

Le difficoltà degli agenti

Agenti e militari stanno facendo uno sforzo disumano per garantire sicurezza al Paese e nel frattempo controllare che le norme vengano rispettate da tutti. Ma il clima non è dei migliori. Ne abbiamo parlato con Pasquale Alessandro Griesi, segretario provinciale di Milano Fsp della Polizia di Stato. "Non abbiamo ancora una indicazione chiara sui controlli. Come riferito dalla segreteria nazionale, abbiamo delle mancanze di organico importante, tanto è vero che dal 2020 al 2024 abbiamo perso 1.800/2.700/3.900/4.700/5.200, che sono pensionamenti che sono stati fatti e andranno a regime durante gli anni. E sono stati solo in minima ricompensati. Per quanto riguarda i controlli dei green pass non sappiamo come organizzarci".

Ma come fanno a gestire tutto? "Il problema è proprio questo - ci spiega - la polizia di Stato ma in generale tutte le forze dell’ordine hanno i controlli di routine che fanno a ogni ora del giorno e della notte. Continuiamo con la micro e la macro criminalità e questa è un'incombenza in più da dare agli uomini e alle donne della polizia di Stato".

La Polizia di Stato da tempo opera sotto organico e le squadre saranno ora chiamate a svolgere i servizi extra per i controlli dei green pass. Una situazione davvero pesante che porta con sé l'aggravante della non chiarezza. "Il personale non è mai abbastanza - conclude Pasquale Alessandro Griesi - saltano spesso i riposi, facciamo doppi turni. È un periodo difficile per tutti e questa confusione potrebbe creare un problema per la sicurezza nazionale, perché richiede l'impiego di uomini da distogliere da altre mansioni".

Anche dalla parte dei Carabinieri non si respira una buona aria. "Partono oggi i controlli per i possessori del green pass, cioè tampone valido 48 o 72 ore, e super green pass riservato solo a guariti o vaccinati. I nostri Carabinieri sono in capo soprattutto nelle città metropolitane dove il controllo è senza dubbio più difficile. Donne e uomini in uniforme devono lasciare i loro compiti sul territorio per dedicarsi a questi servizi: siamo uomini dello Stato, obbediamo agli ordini, ma siamo molto preoccupati per la sicurezza del Paese", dice Antonio Nicolosi, Segretario Generale del Sindacato dei Carabinieri Unarma.

"I controlli - sottolinea - non hanno riportato alcuna problematica e ai cittadini chiediamo solo pazienza e collaborazione. Ma soprattutto chiediamo al governo più assunzioni nel Comparto Difesa e Sicurezza: la coperta è corta e non si possono distogliere gli uomini in uniforme dal controllo del territorio".

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