Omicidio Ciro Esposito, chiesto sconto di pena per Daniele De Santis

Davanti alla Corte d'Appello, il pg ha chiesto una condanna a vent'anni di reclusione per l'ultrà romanista Daniele De Santis, accusato di omicidio volontario: sparò al tifoso napoletano Ciro Esposito

Daniele De Santis in una foto tratta dal suo profilo Facebook
Daniele De Santis in una foto tratta dal suo profilo Facebook

Il procuratore generale Vincenzo Saveriano ha chiesto che Daniele De Santis, l'ultrà romanista accusato dell'omicidio di Ciro Esposito, venga condannato a 20 anni di reclusione.

Esposito, tifoso napoletano, era stato ferito mortalmente durante gli scontri a Roma che precedettero, il 3 maggio del 2014, la finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina. De Santis sparò contro il giovane: il proiettile ferì Ciro a un polmone e arrivò alla colonna vertebrale. Le condizioni del trentenne apparvero subito disperate.

Ricoverato al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, il tifoso napoletano morì dopo 53 giorni di agonia. Per la sua morte, nel maggio dello scorso anno, la Corte di Assise di Roma aveva condannato De Santis a 26 anni.

Nel processo in corte D'Assise d'Appello, invece, è stata sollecitata una condanna a vent'anni, sei in meno rispetto alla condanna di primo grado. Il pg ha ribadito nei confronti del tifoso giallorosso l'accusa di omicidio volontario, ma ha chiesto che non venga riconosciuta l'aggravante dei futili motivi e di assolvere l'imputato dall'accusa di rissa "perché il fatto non sussiste".

È stata sollecitata, inoltre, l'assoluzione per gli altri due imputati: Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, tifosi del Napoli nonché amici di Ciro Esposito. In primo grado i due furono condannati a 8 mesi di reclusione ciascuno per rissa e lesioni al volto riportate dallo stesso De Santis nel pestaggio avvenuto davanti al Ciak in viale Tor di Quinto. Erano stati ritenuti parte del gruppo che provocò gli scontri durante i quali Ciro venne ferito a morte.

L'uomo

ha assistito in aula alla requisitoria del pg, adagiato su una barella con la quale viene portato in aula durante tutte le udienze del processo a causa delle ferite riportate negli scontri di tre anni fa.

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