Omicidio Garlasco, Alberto Stasi: "Parlo con Chiara sulla sua tomba"

"M piace ricordare Chiara nei nostri momenti felici". E rivela: "Le parlo come si fa con una persona alla quale si vuole molto bene"

Omicidio Garlasco, Alberto Stasi: "Parlo con Chiara sulla sua tomba"

"La sentenza per me è stata una cosa inaspettata e terribile. Il verdetto mi ha veramente travolto e ci è voluto tempo per riprendere coraggio. In passato, dopo l’assoluzione, pensavo che sarei stato bene, che sarei tornato com’ero prima, allegro, spensierato, portandomi, ovviamente, sempre nel cuore il pensiero di Chiara. Più che altro cercavo di convincermi che stavo bene, che sarebbe stata questione di tempo e che la tristezza sarebbe passata. Ma non passava. I mesi scivolavano via e io ero sempre spaventato, esausto. Adesso è ancora peggio". Alberto Stasi parla per la prima volta dopo la sentenza con cui, il 17 dicembre del 2014, la prima Corte d’Assise d’appello lo ha condannato a 16 anni di reclusione per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi. Una condanna pesantissima che arriva dopo essere stato assolto per due volte. "La mia vita non è facile. Affronto tutto giorno per giorno - racconta a Gabriele Moroni del Giorno - perché sarebbe troppo opprimente per me anche solo pensare a ciò che potrei dover ingiustamente affrontare". In pratica, sopravvive in attesa di capire cosa potrà succedere.

"Quando ho perso Chiara avevo appena compiuto 24 anni. Ora ne ho quasi 32 e non passa giorno in cui io non abbia questa tragedia nei miei pensieri". Stasi ammette tutta la difficoltà a tirare avanti, ma aassicura anche che non si fermerà, che continuerà a lottare per ottenere la verità. Per tutto questo è disposto a tirare avanti e, prima o poi, tornerà a parlare anche con i genitori di Chiara. "All’inizio di tutto eravamo molto vicini - racconta al Giorno - adesso c’è questo abisso di dolore che ci separa, che è cresciuto durante questi lunghi anni di processi. Decine di volte ho pensato di avvicinarli e mi piace pensare che lo stesso abbiano pensato loro. Non l’ho fatto perché ho paura che loro la considerino una strategia legale o mediatica. Non voglio che pensino questo di me. Non ho ancora avuto la forza di piangere, di metabolizzare la perdita di Chiara, ma spero tanto di incontrarli nuovamente, un giorno, senza impormi sul loro dolore. Probabilmente adesso è troppo presto: continuano a pensare che io sia colpevole ed è una cosa che mi fa un male enorme".

Stasi non ha mai smesso di pensare a Chiara. "Mi piace ricordarla nei nostri momenti felici - dice - vado spesso a trovarla al cimitero. Vado a trovarla, le parlo come si fa con una persona alla quale si vuole molto bene, ma che non è più qui. Faccio lo stesso con mio padre". Sempre in attesa che arrivi la verità.

"Sono ancora fiducioso nella giustizia e sono convinto che ci siano ancora persone competenti, capaci di non farsi influenzare dal tritacarne mediatico, di valutare in modo corretto le carte del processo, che provano, oggettivamente, la mia innocenza".

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