Spara in piazza e uccide il figlio: arrestato un poliziotto

L'omicidio si è consumato nella piazza principale di Raffadali. Il folle gesto è stato commesso al culmine dell'ennesimo litigio con la pistola d'ordinanza

Spara in piazza e uccide il figlio: arrestato un poliziotto

Freddato a colpi di pistola dal padre. Un terribile omicidio quello avvenuto nella tarda mattina di oggi a Raffadali, in provincia di Agrigento. La vittima è Vincenzo Gabriele Rampello, un giovane di 24 anni. Agghiaccianti i primi dettagli che emergono dall’interrogatorio del reo confesso in stato di fermo: un poliziotto di 58 anni, in servizio alla Squadra mobile di Catania.

Il folle gesto è stato consumato nella centralissima piazza Progresso, luogo di aggregazione degli abitanti del paese. Durante l’omicidio, avvenuto a distanza ravvicinata, l’assassino indossava un cappuccio. Un colpo alla testa e poi a seguire su tutto il corpo: praticamente un intero caricatore esploso nei confronti del figlio. Dopo aver commesso l’efferato delitto il poliziotto si è dato alla fuga. Circa nove i bossoli trovati per terra dai carabinieri della locale stazione intervenuti sul posto dopo l’allarme lanciato dai cittadini. Nella città sono giunti anche i militari del Reparto Operativo assieme ai colleghi della compagnia di Agrigento per la ricerca del 58enne.

L’uomo è stato ritrovato poco dopo davanti una pensilina in attesa di prendere un pullman di linea e andare via. Non si sa per quale destinazione. Fermato dai carabinieri, è stato condotto in caserma dove ha confessato l’omicidio. Pare che fra padre e figlio ci fossero dei dissidi protratti a lungo nel tempo e rimasti irrisolti. Il giovane soffriva di importanti problemi psichici, più volte in passato era andato in escandescenze litigando con i genitori che sono separati. Su di lui anche delle denunce per reati minori ma anche per stalking. Oggi avrebbe chiamato il padre chiedendogli un incontro ma anche del denaro. Una volta assieme, l’ennesimo litigio al culmine del quale il poliziotto ha ucciso il ragazzo utilizzando la pistola d’ordinanza. A quanto pare dentro il suo zaino sarebbero state trovate altre armi. E sul luogo del delitto dove i carabinieri hanno lavorato coordinati dal maggiore Marco La Rovere, era attivo l’impianto di videosorveglianza installato dal comune, funzionante h24. Grazie alle telecamere si potrà fare maggiore chiarezza su quanto avvenuto in quei momenti. Sul luogo della tragedia anche il comandante provinciale Vittorio Stingo, il sostituto procuratore della Repubblica, Chiara Bisso e il medico legale Alberto Alongi.

Una notizia che ha lasciato sgomento in provincia di Agrigento, soprattutto a pochi giorni di distanza dal quadruplice omicidio che si è consumato a Licata

all’interno di un altro nucleo familiare e conclusosi con il suicidio dell’assassino. Anche in quel caso vi erano in corso problemi irrisolti che però riguardavano la spartizione dei terreni ereditati e adibiti alla coltivazione di carciofi

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