Riaprono stadi e palasport della serie A. Massimo 1000 spettatori

Il governatore del Veneto fa da apripista, seguito dal presidente della Lombardia e dai colleghi di altre Regioni. Dal 20 settembre saranno aperti stadi e palasport in attesa delle nuove linee guida

Riaprono stadi e palasport della serie A. Massimo 1000 spettatori

Mentre da un lato ci sono già alcuni che pensano a nuove restrizioni ed all'istituzione di zone rosse in seguito alla crescita del numero dei contagi registrata ultimamente in Italia (anche se in gran parte si tratta di soggetti asintomatici), dall'altro abbiamo invece chi punta alla ripartenza del Paese, cercando di restituire ai cittadini per quanto possibile un po' di normalità. Un esempio emblematico è quello del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che oggi ha firmato una nuova ordinanza in cui viene stabilita la riapertura di stadi e palasport.

Una decisione, quella del governatore, che ha anticipato l'esecutivo, tanto che il ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia ha dovuto convocare un incontro con i presidenti delle Regioni per giungere ad un accordo ed agire con una certa omogeneità. Subito dopo l'annuncio di Zaia, infatti, anche il presidente della Lombardia Attilio Fontana, seguito anche da altri governatori, aveva manifestato la propria intenzione di riaprire stadi e palazzetti con le dovute precauzioni.

Il risultato è che da domani sarà nuovamente possibile accedere alle strutture, anche se con ingressi contingentati. Questo, almeno, quanto emerso dal vertice tenutosi alla presenza non solo di Boccia, ma anche del ministro della Salute Roberto Speranza e del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora.

In particolare, nell'ordinanza di Luca Zaia, che ha fatto da aprifila, si precisa che solo 1000 persone potranno accedere alle strutture all'aperto, mentre il numero si riduce a 700 negli impianti indoor. Nel provvedimento, in vigore fino al 3 ottobre, si precisa inoltre che i tifosi "hanno l’obbligo di occupare per tutta la durata dell’evento esclusivamente i posti a sedere specificamente assegnati, con divieto di collocazione in piedi e di spostamento di posto, assicurando tra ogni spettatore seduto una distanza minima laterale e longitudinale di almeno un metro".

Per accedere agli stadi è obbligatorio indossare la mascherina, da tenere per tutta la durata dell'evento sportivo, se questo si tiene al chiuso. Se si tratta di un impianto all'aperto, basta invece indossare il dispositivo di protezione individuale all'ingresso e in quei casi in cui non è possibile garantire il distanziamento. Gli spettatori, inoltre, saranno registrati, e dovranno sottoporsi alla misurazione della temperatura corporea. Non saranno consentiti invece bandiere, striscioni o quant'altro.

Una volta che l'evento sportivo si sarà concluso, ciascuno dovrà recarsi con il proprio gruppo verso l'uscita. "È obbligatorio lo scaglionamento a gruppi degli spettatori nella fase di deflusso al termine della manifestazione tramite un programma definito, diffuso dallo speaker e coordinato dalpersonale di vigilanza accuratamente formato", si legge nell'ordinanza. A tale scopo, sarà attivato"un servizio di steward con il compito di assistere il pubblico e controllare il rispetto delle misure comportamentali".

Tutto questo, ovviamente, sarà consentito a quegli impianti in grado di garantire "posti a sedere da pre assegnare ai singoli spettatori per l’intera durata dell’evento". La società che gestisce la struttura, inoltre, dovrà assumersi la responsabilità di attuare rigorosamente tutte le disposizioni elencate nel provvedimento.

Ma dopo qualche ora dall'annuncio e dalle polemiche, è intervenuto Spadafora. "Fa sorridere che gli stessi che mi hanno sempre accusato di occuparmi di tutti gli sport tranne la serie A, ora mi stiano accusando del contrario. Come sempre io mi occupo di tutto lo sport, altri cercano solo pretesti per polemiche poco utili". Così il ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, in una nota diramata in serata.

"Oggi si è deciso sulla serie A perché ricomincia questo weekend e perché ho voluto per equità rendere uniforme una scelta che era stata autonomamente adottata solo da tre presidenti di Regione. Gli altri campionati - sottolinea e conclude il ministro - inizieranno il prossimo fine settimana e condivideremo una linea unica per tutti, per evitare le fughe in avanti di queste ore".

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