Questa e' una storia di violenze e abusi, scoperta grazie al coraggio di una figlia che denuncia il proprio padre. Succede in un'aula di tribunale a Palermo dove la povera vittima racconta tutto nei minimi particolari. Vittime delle violenze anche la sorella e la cugina. Un inferno iniziato da bambina e continuato nell'età adolescenziale. Proprio la figlia, che ha trovato il coraggio di denunciare il padre, vuole che le porte del tribunale restino aperte affinché "tutti sappiano chi e' mio padre".
La ragazza, oggi poco più che ventenne, racconta degli atti sessuali a cui il padre di 43 anni la costringeva. Sono iniziati quando aveva nove anni e sono andati avanti fino ai diciassette compiuti. In macchina, appartatati lungo la strada che sale per Monte Pellegrino, a casa o nell'abitazione dei nonni. Cambiava il luogo ma non l'umiliazione e il dolore. La ragazza utilizza un linguaggio crudo per descrivere cosa sarebbe stata costretta a subire. Pronuncia parole che raramente si ascoltano in aula di giustizia e lo fa dando le spalle al padre, chiuso nella gabbia riservata ai detenuti. Un racconto lucido, interrotto dal pianto.
Una storia triste e di riscatto. Da qualche tempo la vittima ha deciso di lasciarsi alle spalle il passato. Prima si è trasferita a vivere al Nord, ospite di alcuni parenti. Poi, però, ha capito che non bastava cambiare città per cambiare vita. La vera svolta è stata la denuncia del padre. Una decisione maturata per salvare se stessa ma soprattutto la sorella e la cugina che continuano a vivere a Palermo. Il suo era un segreto difficile da conservare anche perché, giorno dopo giorno, i parenti iniziavano a sospettare qualcosa. Troppo strano che la ragazza si rifiutasse di salutare il padre al telefono.
La sua denuncia ha fatto scattare le manette per il genitore e ha dato il via al processo.
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