Padova, la sinistra contro il fumetto sui due missini uccisi dalle Brigate Rosse

Ancora una volta la sinistra applica le censura alle pubblicazioni "sgradite". Stavolta a Padova, dove l'intellighezia locale si scaglia contro il fumetto che ricorda due missini uccisi dalle Br

Padova, la sinistra contro il fumetto sui due missini uccisi dalle Brigate Rosse

La cultura, vista da sinistra, è un crogiolo di divieti e tabù. Ci sono storie e storie. Quelle che piacciono all’intellighenzia e quelle che, invece, mandano in frantumi i suoi totem. Ecco, queste ultime, a differenza delle prime, non sono bene accette nei consessi progressisti e c’è persino chi vorrebbe proibirne la divulgazione.

Ricorderete probabilmente le polemiche che, lo scorso anno, hanno accolto il fumetto di Ferrogallico su Norma Cossetto, giovane istriana trucidata dai titini nel '43, e la più recente levata di scudi contro la casa editrice Altaforte, cacciata dal Salone del Libro per via dell’appartenenza politica dell’editore a CasaPound Italia.

Oggi è sempre una graphic novel di Ferrogallico a confermare quanto poco libera sia la cultura in questo Paese. Il volume in questione, "Brigate rosso sangue", ripercorre la storia di Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, neppure trentenne il primo e già in pensione il secondo, uniti dalla stessa appartenenza politica e da un destino segnato dagli Anni Piombo. Vennero freddati entrambi, all’interno della sezione del Msi di Padova, una mattina di giugno del 1974, da un commando di brigatisti.

Il consigliere comunale di Padova, Davide Meneghini, della Lista Bitonci, il prossimo venerdì, ha organizzato la presentazione della graphic novel in una sala del Comune di Padova, ma c’è già chi parla di “evento inaccettabile”. È il caso della collega Daniela Ruffini, eletta con la lista Coalizione Civica per Padova, ma anche – come ripercorre Libero – di Carlo Fumian, docente di Storia contemporanea all’università di Padova. Per quest’ultimo, invece, un fumetto del genere nuocerebbe addirittura alla verità storica. Quale viene da domandarsi? Quella confezionata ad uso e consumo dei nostalgici dei tempi in cui uccidere un fascista non era reato?

Sentito dal quotidiano diretto da Vittorio Feltri, l’editore di Ferrogallico, Marco Carucci, spiega: “Il problema è che ampi settori della sinistra non hanno ancora fatto i conti con il loro passato”. Sono gli ultimi colpi di coda di un sistema di potere che ha le ore contate. “La cosa assurda – continua Carucci – è che i progressisti vogliano decidere quali storie vanno raccontate, come vanno raccontate e anche chi può raccontarle. Credo poi che dia fastidio che tramite i fumetti stiamo arrivando non solo agli adulti ma anche ai giovani”.

Ma le denunce dei monopolisti della cultura, ormai, sono un’arma scarica.

Anche stavolta, come già accaduto in passato, il loro canto del cigno servirà solo a far lievitare le vendite dei libri proscritti. E con buona pace dei censori, dopo Padova, il 19 giugno, il libro arriverà in Senato, alla presenza di Ignazio La Russa, del presidente della commissione Giustizia Andrea Ostellari e alla famiglia Mazzola.

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