Le attiviste pro-burkini di nuovo all'attacco. Questa volta hanno forzato il divieto del costume islamico in una piscina a Parigi, XI arrondissement. "Faremo il bagno, faremo il bagno! Anche se i razzisti non vogliono, noi nuoteremo!, hanno urlato mentre si tuffavano. Ma non tutti i nuotatori presenti hanno apprezzato il gesto delle musulmane. Un nuotatore piuttosto irritato, infatti, ha mostrato il suo sesso alle attiviste in segno di contro-protesta.
La situazione nella piscina Court des Lions è poi precipitata e nel giro di pochi minuti bagnini e polizia sono stati costretti a intervenire. Il risultato? Be', la direzione della piscina è stata costretta a chiudere a causa del caos. Ma le attiviste non si sono arrese e una volta fuori hanno attaccato uno striscione davanti all'ingresso con il solito ritornello: "Nuotare è per tutti, fermiamo l'islamofobia".
Insomma, le attiviste islamiche - com'era già successo a Grenoble durante l'estate - giudicano i "regolamenti discriminatori". "L'obiettivo è quello di accedere alla piscina come donne musulmane che indossano il velo", afferma a Le Parisien Nargesse, 27 anni, indossando il suo burkini. "Vogliamo rivendicare la nostra scelta di indossarlo e continuare a divertirci senza essere disturbati da norme discriminatorie", ha aggiunto la giovane donna. Ma il divieto imposto dall'amministrazione parigina, come in altre città francesi, ha una motivazione tutt'altro che religiosa. E anzi, ben più importante. Si tratta, infatti, di salute.
I tessuti a contatto con il cloro, infatti, producono un'alta quantità di clorammine che è dannosa per la salute e proprio per questo è stato imposto il divieto del burkini nelle piscine, frequentate molto spesso anche da bambini.
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