Si va verso una Pasqua in lockdown e oltre 30 milioni di italiani potrebbero entrare in zona rossa. La decisione finale verrà presa oggi dopo l’incontro con le Regioni. Come riportato dal Corriere della Sera il governo avrebbe deciso di sostituire il Dpcm con un decreto legge che entrerà in vigore da lunedì prossimo, 15 marzo.
La soglia dei 250 casi
Intanto sembra che passerà l’idea della zona rossa per tutte quelle aree dove i contagi superano la soglia dei 250 casi per 100mila abitanti. E anche per le Regioni in fascia gialla le norme saranno più restrittive rispetto a quelle seguite finora. Per il momento di sicuro c’è solo che la Pasqua sarà in lockdown e non sarà molto diversa dalle ultime festività natalizie. La certezza arriverà solo dopo l’analisi degli ultimi dati e l’incontro con le Regioni previsto nella mattinata di oggi, giovedì 11 marzo. Il sistema delle fasce a colori dovrebbe rimanere, con qualche restrizione in più che andrebbero ad accontentare l’ara rigorista. L’analisi su cui verrà presa una decisione si basa però su dati vecchi di una settimana e, con la diffusione veloce del virus, si rischia che Regioni in zona gialla restino tali pur avendo dato odierni da fascia rossa. Anche durante la cabina di regia che ieri è stata convocata a Palazzo Chigi è stato ribadito questo problema chiedendo di adottare criteri più attendibili. Richiesta che sembra essere stata accolta.
Prima di tutto sarebbe stato deciso che nelle aree dove viene superata la soglia dei 250 casi per 100mila abitanti scatta automaticamente il lockdown locale. Altri criteri potrebbero esaminare l’indice di trasmissibilità Rt, la percentuale di cittadini che hanno ricevuto il vaccino e il numero di posti letto occupati nei reparti di terapia intensiva. Il ministro della Salute Roberto speranza ha sottolineato che “servono misure tarate su un virus che ora, con le varianti, corre più velocemente. Il modello finora costruito ha funzionato, ma quell’algoritmo non prevedeva appunto la variante inglese”. Dagli ultimi dati disponibili, le Regioni che rischiano di diventare rosse sono Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, le province di Trento e Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Marche e Campania. Quest’ultima si è messa in rosso da sola come l'Alto Adige.
Fine settimana con limitazioni
Il Comitato tecnico scientifico e l’Istituto superiore di sanità hanno fatto richiesta al governo di inserire i fine settimana in fascia arancione, con limitazioni degli spostamenti e dei contatti tra la popolazione, oltre alla chiusura di bar e ristoranti e al divieto di uscire dal proprio Comune. L’idea non sembra però aver raccolto molti consensi, soprattutto nel centro-destra e la decisione verrà presa solo dopo l’incontro di oggi con le Regioni. Speranza ha già precisato che per ora questa “è solo una delle ipotesi, ma francamente non so se sarà quella definitiva”.
La settimana di Pasqua
Magari il lockdown potrebbe interessare solo la settimana di Pasqua e sembra già una decisione concordata. Spostamenti limitati al massimo e divieto di pranzi e incontri tra amici e familiari nella settimana di pasqua e soprattutto da sabato 3 aprile a lunedì 5 aprile. Come a Natale bar e ristoranti potrebbero dover restare chiusi.
Misure più dure per le fasce
La diffusione veloce delle varianti in Italia sta facendo risalire la curva epidemiologica. Il monitoraggio settimanale di domani, venerdì 12 marzo, potrebbe dunque far cambiare colore a qualche Regione o quantomeno portare ad adottare misure più restrittive. In fascia arancione bar e ristoranti sono chiusi e non è possibile uscire dai propri confini comunali, tranne che per comprovati motivi di lavoro, salute o emergenza. In zona rossa chiusi oltre ai bar e ai ristoranti anche i negozi di abbigliamento, calzature e gioiellerie. Oltre al divieto di non uscire dalla propria casa se non per comprovate necessità. L’ordinanza entrerà comunque in vigore da lunedì 15 marzo fino a domenica 28 marzo.
Il Comitato tecnico scientifico
Prima di prendere ogni decisione Mario Draghi sembra voglia valutare con attenzione le proposte fatte dai tecnici del Cts, che tra l’altro, secondo alcune voci, dovrebbero venire dimezzati entro la fine del mese. Cambiamenti in vista quindi. Intanto però verranno prese in considerazione le proposte del Comitato sui nuovi dati aggiornati e quelli riguardanti la prima settimana di marzo che l’Iss avrà oggi in mano, oltre al valore dell’Rt nazionale relativo alla settimana dal 24 febbraio al 7 marzo. La scelta delle norme da applicare resta comunque politica. Come ha spiegato Speranza, “le decisioni che vogliamo assumere devono essere sostenute dai dati più recenti. Credo giusto che vengano introdotte misure più rigorose ma proporzionali che ci consentano di affrontare le prossime settimane". Ancora sul tavolo la proposta di anticipare alle 20 il coprifuoco, in vigore adesso dalle 22 alle 5.
Le Regioni vanno avanti
Alcuni presidenti, soprattutto di Regioni a rischio come la Campania e la Puglia, hanno deciso di non aspettare oltre e di prendere già la via delle restrizioni. Vincenzo De Luca ha infatti chiuso il lungomare, i parchi e le ville in tutta la regione.
Il governatore Michele Emiliano ha vietato invece lo stazionamento in luoghi pubblici, e il divieto di asporto di bevande dopo le 18 nei giorni festivi e prefestivi (a Bari sempre) e ha chiuso le scuole nelle province di Taranto e Bari. Nel capoluogo pugliese il sindaco De Caro ha anticipato alle 19 la chiusura di negozi e centri commerciali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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