Papa Francesco sferza la Ue: "Non è tempo per gli egoismi"

Papa Francesco, per la Pasqua di quest'anno, è stato costretto a rinunciare al rito del Resurrexit. Un minuto di silenzio al posto della omelia

Papa Francesco sferza la Ue: "Non è tempo per gli egoismi"

Una Messa di Pasqua del tutto particolare: Papa Francesco sta per concedere l'indulgenza plenaria, all'interno di una Basilica di San Pietro in cui è stato necessario rispettare le misure di sicurezza sul distanziamento. Ieri sera, nel corso della veglia, il pontefice argentino ha ricordato ai cristiani il dovere di "annunciare la vita" per quanto questo sia un "tempo di morte". Il "diritto alla speranza" è acquisito.

Nonostante questa sia l'"ora più buia", l'umanità è chiamata al "compromesso dell'amore". Quello che consente alla "morte" di non avere mai "l'ultima parola". Per via delle contromisure adottate dalle autorità civili e religiose, non è stato possibile celebrare il rito tradizionale del Resurrexit. Molte funzioni religiose, in queste settimane, hanno subito modifiche a causa delle disposizioni restrittive da rispettare. Le Messe pubbliche - com'è noto - sono state sospese. Il Resurrexit era stato ripristinato nel 2000. Quest'anno, però, non è stato possibile per il Santo Padre presiedere il "gioioso annuncio".

La reazione al Covid-19 è al centro della pastorale del vescovo di Roma. Jorge Mario Bergoglio, in queste settimane, ha esaltato gli "eroi semplici", coloro che sono costretti ad agire nonostante il quadro pandemico abbia imposto una quarantena a tanti Stati del globo terrestre. Gli "eroi semplici" per il Papa sono coloro cui devono guardare i giovani. Anche il presidente Sergio Mattarella ha rimarcato la prossimità manifestata dal vertice della Chiesa cattolica in questo "tempo di profonda inquietudine". La Pasqua di Bergoglio è stata dunque penitenziale, nella misura in cui un minuto di silenzio ha persino sostituito l'omelia, come riportato dall'Adnkronos.

Quella di evitare l'omelia diviene così l'ennesima scelta simbolica operata dall'ex arcivescovo di Buenos Aires da quando la pandemia è stata ufficializzata. Francesco ha pregato per la fine della pandemia in una piazza San Pietro umida e semivuota; si è recato presso la Salus populi romani e presso il crocifisso di San Marcello al Corso per pregare il Signore per la fine della diffusione dei contagi; ha rivolto un messaggio agli italiani durante un'edizione serale del Tg1 e ha telefonato in diretta nel corso di una puntata di "A sua immagine".

Augurando buona Pasqua ai fedeli, il Papa ha detto che "oggi riecheggia in tutto il mondo l'annuncio della Chiesa: Gesù Cristo è risorto, è veramente risorto". Si tratta di una "buona notiza che si è accesa nella notte", la "notte di un mondo" che oggi deve però confrontarsi con la pandemia. Un "contagio" quello della buona novella che "si trasmette da cuore a cuore". Il pensiero di Bergoglio è centrato soprattutto "a quanti sono stati colpiti direttamente dal coronavirus".

Francesco ha citato di nuovo i malati, le persone decedute ed i loro parenti. Poi alcune categorie a rischio: gli anziani, chi opera all'interno delle case di cure, chi lavora nell'esercito e le carceri. "Questo morbo ci ha privato della possibilità di attingere di persona dalla consolazione" che deriva "dai sacramenti", ha detto il pontefice argentino. Ma il "Signore" - ha ribadito - non "ci ha lasciati soli". Il Papa ha chiesto al Signore di infondere speranza ai medici ed agli infermieri, dei quali ha rimarcato il sacrificio.

Ma "rimanere a casa" è anche una "occasione" per "riflettere" e porre un feno ai "ritmi frenetici della vita". Jorge Mario Bergoglio ha anche sottolineato gli eventuali effetti tragici della "crisi" da un punto di vista lavorativo. Il successore di Benedetto XVI ha nominato anche le forze dell'ordine e le autorità politiche. Il vescovo di Roma ha chiesto ai cosiddetti potenti di allentare le sanzioni internazionali che possono influire sulla capacità di affrontare il quadro pandemico, ma anche parlato della necessità di "condonare" il debito delle nazioni più povere. Questo - ha detto il Santo Padre - "non è il tempo dell'egoismo".

Per quanto riguarda l'Europa, il pontefice ha tuonato sul concetto di "solidarietà", inoltrando un appello affinché le "rivalità" nazionali non "riprendano vigore". "L'Unione europea ha di fronta a sè una sfida epocale", ha insistito Bergoglio. L'alternativa alla solidarietà per il successore di Pietro è rischiosa. Se non altro perché, stando alla visione del gesuita, la mancanza di solidarietà può alimentare la rinascita dello spirito nazionalista. E quello è un pericolo che non andrebbe corso.

E ancora la geopolitica: no alla guerra in Siria, nello Yemen, in Libia de in Iraq. Palestinesi ed israeliani, poi, sono chiamati a "vivere in pace". Un accenno è stato fatto anche all'Ucraina ed agli attacchi terroristici che vengono messi in atto in "tanti Paesi dell'Africa".

Il Covid-19, insomma, non può mettere sotto al tappeto le altre situazioni emergenziali e i focolai del pianeta, che devono cessare di esistere. "Non voglio dimenticare l'isola di Lesbo", ha continuato il vertice della Chiesa cattolica.

Francesco, prima della benedizione Urbi et Orbi, ha concesso l'indulgenza plenaria "nella forma stabilita dalla Chiesa".

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