É un discorso che non può essere generalizzato, ma esiste una prossimità tra un "sì" di certi cattolici ed un "no" secco al vaccino anti-Covid19. Attenzione: trattasi, come vale sempre per il microcosmo no vax, di una minoranza rumorosa. La maggioranza dei cattolici, come il resto degli italiani, sarà silenziosa ma ha scelto la strada indicata dalla scienza e dalle istituzioni. La realtà racconta soprattutto di una spaccatura. Questa è una premessa necessaria.
Le idee della fronda anti-Papa
Comunque sia, di esempi ne esistono tanti: dalle posizioni espresse da alcune alte gerarchie ecclesiastiche ad una parte della base dei fedeli che fatica a recepire le indicazioni di Papa Francesco, che sul vaccino anti-Covid19 si è espresso con assoluta chiarezza, tanto da definirlo "etico", passando per l'universo social, dove la "bolla" minoritaria dei no vax compare, con tutta evidenza, tra le tesi sostenute da numerosi profili cattolici.
Nel corso di questi mesi, sono balzate agli onori delle cronache posizioni in contrasto con quella di Jorge Mario Bergoglio: dalle argomentazioni dell'ex nunzio apostolico ed arcivescovo Carlo Maria Viganò a quelle del cardinal Raymond Leo Burke, che è stato anche contagiato dal nuovo coronavirus, finendo peraltro in terapia intensiva, a tutta una serie di micro-mondi impegnati a fomentare la tesi del "complotto". Viganò è arrivato a parlare di Green pass come di uno "strumento di repressione". Sui vaccini, l'ex nunzio apostolisco, si è spinto sino alla "simbologia satanica del vaccino". Il cardinale conservatore americano, invece, sui vaccini ha citato "una sorta di microchip che deve essere posto sotto la pelle di ogni persona, in modo che in qualsiasi momento possa essere controllata dallo Stato in merito alla salute e ad altre questioni che possiamo solo immaginare".
C'è un altro tema che merita di essere affrontato: tra le varie giustificazioni che circolano in merito alle idee dei cattolici no vax, ci sarebbe un presunto vuoto di autorità, che deriverebbe a sua volta dalla mancanza di figure di riferimento universalmente riconosciute. Ipotizzando anche che ci sia una frangia a cui non sta bene l'attuale pontefice, con la sua pastorale e la sua impostazione dottrinale, vale la pena rimarcare come l'ex pontefice Joseph Ratzinger, che in molti hanno utilizzato in maniera strumentale "contro" il regnante, risulti essere a sua volta vaccinato.
Tradizionalisti ma non proprio
Sarebbe tuttavia impreciso e ingiusto sostenere che ad essere no vax o complottista sia il cosiddetto "fronte tradizionale". Anche tra i tradizionalisti ci sono sensibilità molto diverse. La Fraternità San Pio X, ad esempio, sembra essere meno esitante sul vaccino, in specie rispetto ad altre realtà conservatrici, così come si legge su Libertà e Persona. Oltre ciò, esistono singole personalità del mondo pro life più che favorevoli alle vaccinazioni: si pensi a Eugenia Roccella, che con il caso Englaro ha guidato una fase storico-politica dell'impegno dei cattolici nelle istituzioni. Ma anche altri vertici dei trascorsi Family Day non hanno fatto mistero di essere per la vaccinazione anti-Covid19.
Insomma, la questione è complessa e non può essere condita da sentenze spicce ma, utilizzando le parole del dottor Renzo Puccetti, medico cattolico, nonché esperto di bioetica e impegnato da due anni in prima linea sul fronte della lotta al Covid-19, è lecito asserire che esiste una frangia che "inneggia alla libertà". "Ma cosa diranno - ha annotato il medico, riferendosi ai cattolici libertari e no vax - contro la libertà di abortire, eutanasizzarsi e cambiare sesso dopo che loro l'hanno fatta dominare sul bene della vita umana e sul dovere di solidarietà?". Per Puccetti trattasi di catto-radicalismo.
I perché di un'esplosione
La professoressa Assuntina Morresi, un'altra delle protagoniste, con la Roccella, dell' azione pro life dell'ultimo governo Berlusconi, individua le cause dell'esplosione del fenomeno no vax tra alcuni cattolici. Interpellata da ilGiornale.it, la Morresi ha sostenuto che i cattolici no vax: "Hanno assorbito la mentalità individualista dominante del tipo "il corpo è mio e lo gestisco io" - ha detto la professoressa universitaria - ". E ancora: "Ci si sente minoranza in un mondo scristianizzato - ha specificato l'accademica -. Perché c'è una parte di scienza, che dovrebbe essere assolutamente amica, che è stata usata a sproposito contro la fede, e quindi c'è un atteggiamento di diffidenza verso una scienza che è stata rappresentata come nemica".
Poi la specificazione. "Io, essendo una scienziata - ha aggiunto la Morresi - , ho sempre ritenuto che la scienza sia amica. Io non ho mai visto contrapposizione. Ma capisco - ha chiosato - che certi usi della scienza contro la fede possano aver indotto a chi si sente attaccato una diffidenza". Tre motivi, quindi, sarebbero alla base dell'atteggiamento scelto da certi cattolici: l'individualismo dilagante; il conflitto dovuto ad una percezione minoritaria; la contrapposizione teoretica tra fede e scienza.
La versione del senatore Quagliariello
Il senatore Gaetano Quagliariello riflette da tempo su questi aspetti. Sentito da ilGiornale.it, il senatore, che è un esponente di punta del cattolicesimo impegnato, ha premesso che "la cosa" che più lo "colpisce" è che "gli ambienti cattolici, così ferocemente ostili ai vaccini e a misure finalizzate a scongiurare nuove chiusure del Paese, utilizzino sostanzialmente gli argomenti tipici dei sostenitori dell'eutanasia". É il catto-radicalismo di cui sopra. Quagliariello ha argomentato: "Si confonde la libertà con l'autodeterminazione, ed è incredibile che ciò avvenga sul fronte cattolico quando ciò che abbiamo sempre obiettato ai fautori del "diritto a morire" è il fatto che la libertà non sia un concetto assoluto ma debba tener conto delle relazioni con gli altri e della responsabilità che queste implicano".
La solidarietà, peraltro, sarebbe un tratto caratteristico del cattolicesimo, così come sembra evidenziare il senatore nel passaggio successivo del suo ragionamento: "Le istituzioni - ci ha detto - hanno un senso proprio in quanto chiamate a perseguire il bene comune, tenendo conto della libertà e delle fragilità di ciascuno, soprattutto in circostanze eccezionali come può essere una pandemia".
Poi la chiosa: "Si può condividere o meno il modo nel quale questo principio viene tradotto nelle scelte di governo - conclude il parlamentare di Coraggio Italia/Cambiamo - , ma fare i libertari al grido di "il corpo è mio e lo gestisco io" da parte dei pro life mi pare un po' tanto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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