Pericolo Internazionale social(ista)

Da Facebook all'ex Twitter

Pericolo Internazionale social(ista)
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Adesso che c'è la confessione ufficiale di Mark Zuckerberg, possiamo dirlo: esisteva ed esiste una sorta di internazionale social(ista). Non che il sospetto non ci avesse colto nel corso degli anni, ma ora che il numero uno di Meta ha preso carta e penna per scrivere una lettera al Parlamento statunitense ammettendo di aver subìto pressioni da parte di Joe Biden e della Casa Bianca per «censurare» su Facebook e Meta la circolazione di alcune notizie, beh, forse vale la pena fare qualche riflessione.

La terzietà degli algoritmi, le legioni di moderatori nel nome della netiquette e del rispetto delle minoranze, il libero ed eguale accesso per tutti alla creazione e alla fruizione di contenuti, la rivoluzione dal basso delle reti sociali come casa dell'informazione democratica: erano tutte balle. Balle.

I social network hanno sempre sbandato verso la sinistra radical e progressista che è parte fondante del milieu della Silicon Valley. Una foto su tutte, del 2011, racconta l'affinità elettiva tra i due mondi: Barack Obama attovagliato alla Casa Bianca con tutto il gotha della rete, da Zuckerberg a Steve Jobs, dal capo di Netflix a quello di Google, passando per il ceo di Twitter. Lo stesso Twitter che, poco più di una decina di anni dopo, avrebbe bannato a vita l'ex presidente Donald Trump; lo stesso Zuckerberg che, poco più di una decina di anni dopo, avrebbe preso ordini da Joe Biden su cosa pubblicare o meno sulle sue reti sociali.

Non a caso quando Elon Musk si è comprato il salottino più radical del web - l'ex Twitter ora X - le prefiche del politicamente corretto hanno iniziato a stracciarsi le vesti e a gridare alla fine del social. Le stesse che hanno trasformato Facebook e Twitter in un camposanto di asterischi e schwa, dove le idee urticanti per il mondo progressista vengono marginalizzate o messe al bando. E non parliamo di schermaglie intellettuali, ma di numeri giganteschi che riguardano tutti noi: su Facebook ogni mese sono attivi 2,9 miliardi di utenti, su Instagram altri due miliardi.

In Italia, secondo gli ultimi dati del Censis, il 76,6 per cento dei cittadini si informa principalmente attraverso i social media. Chi tiene le redini di questa internazionale social(ista) ha nelle proprie mani un potere formidabile. Un problema, come ha svelato la confessione di Mr Facebook, non solo per la rete, ma per la democrazia.

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