Petrolio alle stelle, arriva la stangata: ecco tutti gli aumenti

Volano i prezzi del greggio che ha raggiunto i massimi dal 2014. Ogni famiglia spenderà in media 250 euro in più

Petrolio alle stelle, arriva la stangata: ecco tutti gli aumenti

Il prezzo del petrolio è alle stelle e questo vuol dire una stangata che graverà sulla spesa di ogni famiglia che si ritroverà a pagare circa 250 euro in più. Il greggio è infatti ai massimi dal 2014, anche se la grande distribuzione ha promesso che cercherà di contenere gli aumenti. Dopo i recenti aumenti luce e gas, in media 300 euro di aumento a famiglia, adesso sono le materie prime, tra cui gas naturale, petrolio, cereali e carbone, a destare preoccupazione. Con conseguente aumento anche di trasporti e costi di produzione che rischiano di ricadere sui consumatori.

Petrolio: 80 dollari al barile

Continua infatti inesorabile la corsa del petrolio. Giovedì si sono registrati guadagni superiori all'1%, mentre ieri si sono superati gli 80 dollari al barile per la prima volta dal 2014, toccando un massimo a 80,11. Le quotazioni sono poi scese dai massimi chiudendo a 79,42 dollari al barile mantenendo comunque un guadagno sul giorno precedente dell'1,4%. Si tratta della settima settimana consecutiva in rialzo, la striscia positiva più lunga dal dicembre 2013. I prezzi del petrolio sono aumentati negli ultimi giorni insieme a un più ampio rialzo delle materie prime, tra cui gas naturale e carbone, nel pieno di una crisi degli approvvigionamenti energetici che sta investendo sia l'Europa che l'Asia. Secondo gli analisti i rialzi di questa settimana hanno posto le condizioni per un ulteriore allungo, con possibile target a 86 dollari per il Brent e a 83 dollari per il Wti. In Italia l’85% dei trasporti avviene in strada e, come avverte Coldiretti, il conseguente rincaro dei carburanti “rischia di contagiare l'intera economia e ha un effetto valanga sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che di produzione, trasformazione e conservazione lungo la filiera, dal campo alla tavola”.

L'effetto valanga sugli scaffali

Come riportato dalla Nazione, Mariano Bella, direttore dell'Ufficio studi di Confcommercio, ha spiegato che la possibilità di vedere in autunno aumenti che vanno dalla pasta al pane, dall'olio al burro e dal latte all'ortofrutta fino a carne e caffè, “più che una preoccupazione è una sicurezza”. E se ne parlerà anche per i prossimi mesi, quando gli aumenti arriveranno sugli scaffali di negozi e supermercati. Per quanto riguarda agosto a settembre l'indice Istat per alimentari e bevande è passato da un più 0,8 a un più 1,3% (3,8% gli ortaggi), con quello generale salito al 2,6%, adesso, sempre secondo Bella, è normale prevedere che il caro-prezzi, trainato da energia e trasporti, possa arrivare a superare il 3% e incidere anche sulla spesa con aumenti dal 2% al 2,5-3%, andando a ridurre ancora il potere d'acquisto delle famiglie e i loro risparmi.

Il Codacons aveva calcolato a settembre un aumento di 72 euro a famiglia sul carrello della spesa, quando l’inflazione era di poco sopra l'1%. Con un effetto triplicato si potrebbe arrivare per gli alimentari a 250 euro. Marco Pedroni, presidente di Coop Italia e Ancc-Coop, era stato il primo a lanciare l’allarme, preoccupato da un eventuale ritocco dei listini delle industrie fino al 7-10%. Adesso vi è quindi la necessità di richiamare tutti a essere responsabili, sia produttori che distributori, in modo da poter contenere i prezzi. Come ha avvertito il presidente di Federdistribuzione Alberto Frausin a ottobre gli alimentari potrebbero registrare un aumento dell’1,5%. La Gdo, Grande distribuzione organizzata, come asserito da Frausin, “è pronta a dare il suo contributo per contenerli, ma non può restare sola”. Tutta la filiera deve quindi assumere un comportamento responsabile, oltre a un contributo del governo volto a non aggiungere nuove tasse, come per esempio quella sullo zucchero o la plastic tax. All’appello hanno risposto anche le aziende con Centromarca che ha reso noto di considerare “prioritaria l'attivazione, da parte delle istituzioni, di un tavolo di filiera in cui individuare forme di intervento per sostenere la domanda interna” e di considerare “improponibili inasprimenti della pressione fiscale”.

I panificatori hanno però già denunciato aumenti di quasi il 10% sul frumento duro e del 18% su quello tenero, oltre a crescite di oltre il 30% per il burro e i semi raffinati, del 50% per gli oli di semi e del 70% per la semola di grano duro. In riferimento ai rincari che vanno dai cereali all'energia, Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti, ha spiegato che per il momento starebbero aumentando solo i costi di agricoltori e allevatori. Infatti nelle campagne, nell'ultimo anno il costo per un pieno di gasolio a macchine e trattori è cresciuto del 50%. L’aumento del prezzo per i carburanti ha portato anche a un incremento dei costi per riscaldare serre e stalle e per l'essiccazione dei foraggi.

A pesare sul carrello della spesa ci sono soprattutto i trasporti, la logistica, la distribuzione e il packaging. Come spiegato da Bazzana, su un chilo di pane venduto a 3 euro l'incidenza del grano al massimo è andata dai 18 ai 25 centesimi.

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