Il portavoce di Varoufakis: "La Merkel gli ordinò di dimettersi"

"Gli fu ordinato di dimettersi da Berlino quella notte (come ha scritto lui stesso nella lettera di dimissioni, inedita), altrimenti la Merkel non avrebbe parlato con Tsipras di alcun ‘compromesso’ e avrebbe fatto fallire la Grecia"

Il portavoce di Varoufakis: "La Merkel gli ordinò di dimettersi"

La storia della Grecia e del rischio "fallimento" dell'estate 2015 si arricchisce di retroscena e particolari. A rivelarli al Giorno è il portavoce dell'ez ministro dell'Economia, Yanis Varoufakis, Dimitris Yannopoulos. L'uomo ombra dell'ex titolare del dicastero del Tesoro spiega cosa ci sia davvero dietro le dimissioni di Varoufakis. "Fra il 20 e il 24 febbraio 2015, non in giugno-luglio come si pensa. Ecco il ‘grande segreto greco’. Ha negoziato per 4 mesi con la Troika sapendo che non avrebbe ottenuto niente, mentre l’economia si stava disintegrando. Il 25 giugno, alla fine della proroga di 4 mesi, la Troika ha dato l’ultimatum: accettare il piano o uscire dall’euro. Tsipras ha deciso di andare al referendum, con le banche chiuse. Lui e Varoufakis speravano di perderlo e di dimettersi con dignità".

A questo punto, Yannopoulos entra nel merito delle dimissioni del ministro e alza il velo su un retroscena: "Gli fu ordinato di dimettersi da Berlino quella notte (come ha scritto lui stesso nella lettera di dimissioni, inedita), altrimenti la Merkel non avrebbe parlato con Tsipras di alcun ‘compromesso’ e avrebbe fatto fallire la Grecia". E ancora: "Invece di denunciare all’opinione pubblica il ricatto dei creditori e la catastrofe umanitaria, Yanis ha scel- to di fare un compromesso. È stata la sua rovina. Voleva rinegoziare le condizioni e migliorare le cose, ma si è fatto intrappolare.

Dopo due fallite riunioni dell’Eurogruppo, dove aveva rifiutato di firmare documenti già pronti, alla terza (20 febbraio) gli fu detto che ‘Merkel aveva dato istruzioni a Dijsselbloem e al ministro Schaeuble di accettarele richieste greche’: era una bugia. Il testo poi era volutamente ambiguo".

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