Via di Portonaccio, il Campidoglio aggiorna la segnaletica ma rischia di perdere milioni di euro

Il Comune aggiorna, in ritardo, la segnaletica a via di Portonaccio, ma rischia di perdere 23 milioni di euro di incassi per le multe comminate prima dell'adeguamento dei cartelli stradali

Via di Portonaccio, il Campidoglio aggiorna la segnaletica ma rischia di perdere milioni di euro

Continua la saga delle multe pazze sulla corsia preferenziale di via di Portonaccio. Ma ora per il Campidoglio potrebbe mettersi male.

Ieri, a segnalare la presenza della corsia vietata al transito delle auto private, infatti, si è aggiunto un nuovo cartello, finalmente visibile agli automobilisti. Ma se per la giunta Raggi la segnaletica è sempre stata adeguata, perché apporre un nuovo segnale? Se lo sono chiesto in molti. E a molti, in effetti, il nuovo cartello è apparso come una chiara e definitiva ammissione di colpa da parte del Comune. Come avevamo documentato la scorsa settimana, infatti, i segnali stradali già presenti, uno nascosto dalle foglie degli alberi e un altro posizionato all’altezza della fermata dei bus e quindi a tratti invisibile agli automobilisti, erano stati giudicati da più parti insufficienti. Ed è proprio sulla base di ciò che il Giudice di Pace, lo scorso 20 ottobre, aveva accolto i ricorsi presentati da due cittadini, annullando le sanzioni comminate e condannando il Comune a pagare le spese legali.

Sì, perché tra maggio e giugno del 2017 sulla corsia preferenziale più famosa d’Italia sono state elevate circa 250mila contravvenzioni, per un ammontare di quasi 23 milioni di euro. Una montagna di soldi, in parte già finita nelle casse del Comune. Ma se, come riportava Repubblica, un terzo delle multe sarebbero già state pagate, la restante parte ora rischia di essere annullata, come è successo con i primi due ricorsi esaminati dal Giudice di Pace. Ciò potrebbe tradursi in un danno erariale di diversi milioni di euro per le casse del Comune. Senza contare le spese legali a carico del Campidoglio: circa 160 euro per ogni multa annullata. Il Messaggero stima che, se tutti gli automobilisti avessero fatto ricorso, da Palazzo Senatorio avrebbero dovuto sborsare, tutto compreso, circa 40 milioni di euro.

Intanto, però, la cancelleria del Giudice di Pace di Roma “ha avuto disposizione di non ricevere più i ricorsi collettivi” rifiutando di iscrivere a ruolo quelli presentati dalle associazioni dei consumatori. Una decisione giudicata “illegittima” da Aeci, Codici e Lega Consumatori Lazio, e che non rientrerebbe “nelle competenze del Giudice di Pace”. Così, denunciano le associazioni, “si deve pagare non solo il contributo unificato di 43 euro per ogni ricorso, ma ci sarà un giudizio per ogni ricorrente, dilatando esponenzialmente i tempi di risposta”. “Ricordiamo che solo Codici ha presentato più di 7mila sanzioni, per non parlare di tutti gli altri ricorsi presentati, che ammontano a circa 9mila”, si legge in una nota delle associazioni, che invocano l’intervento del ministero della Giustizia.

Ad interessare il governo della vicenda, ieri, è stato anche il vice presidente della Camera e deputato di Forza Italia, Simone Baldelli, con un'interrogazione a risposta immediata presentata in commissione Trasporti. L’esecutivo, da parte sua, ha assicurato che gli uffici competenti “stanno provvedendo alla verifica dell'idoneità e dell'efficacia della segnaletica in via di Portonaccio, anche in considerazione di quanto rappresentato con gli atti di sindacato ispettivo sull'argomento". Segnaletica che per la sindaca, Virginia Raggi, e l’assessore alla mobilità, Linda Meleo, però, è sempre stata idonea.

Per questo, contro il parere degli stessi consiglieri pentastellati, la giunta aveva respinto con forza l’ipotesi della revoca in autotutela delle multe comminate prima dell’adeguamento dei cartelli stradali. Ora, però, la linea dura adottata dalla sindaca potrebbe ritorcersi contro la stessa amministrazione capitolina.

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