Green pass, spaccatura tra portuali e "duri" del movimento

Il leader del Coordinamento portuali di Trieste, Stefano Puzzer, si è dimesso. Intanto i portuali si dividono: "Non si può continuare altri mesi senza stipendio"

Green pass, spaccatura tra portuali e "duri" del movimento

Stefano Puzzer si è dimesso dal Coordinamento dei portuali di Trieste. Lo ha annunciato domenica mattina 17 ottobre con un post su Facebook: "In data odierna ho rassegnato le dimissioni dal Clpt Trieste poiché è giusto che io mi assuma le mie responsabilità. - ha spiegato - Una di queste è la decisione di proseguire il presidio fino al 20 di ottobre. La decisione è soltanto, mia non è stata forzata da nessuno, anzi non volevano accettarle, ma io l'ho preteso".

Cosa è successo

Da leader della protesta no green pass a dimissionario del Coordinamento Clpt è un battito di ciglia. All'indomani del presidio al varco 4 del porto di Trieste, cuore della contestazione di sabato 16 ottobre, Stefano Puzzer ha deciso di lasciare l'incarico di portavoce e capo del sindacato dei portuali triestini. La decisione sarebbe maturata - a quanto pare in tempi piuttosto rapidi - dopo le tensioni di ieri pomeriggio. Dapprima l'invito ai suoi alla levata di scudi poi, l'improvviso dietrofront che ha scaldato gli animi dei presenti. "Se ho sbagliato due parole- aveva spiegato Puzzer prima di essere accerchiato dai colleghi dopo l'invito a deporre le armi -vi chiedo scusa. Non volevo dire che la battaglia è finita, ma che abbiamo vinto perché abbiamo visto tante persone qui e perché saremo ricevuti a Roma. Festeggeremo solo quando l'obbiettivo di abolire il green pass sarà raggiunto".

La testimonianza

Tra i no pass di Trieste c'era anche Marcello, impiegato all'Agenzia delle Entrate, che ha contestato duramente l'atteggiamento attendista di Puzzer. "Stefano ha capito la nostra delusione e di avere sbagliato. - ha spiegato all'agenzia stampa Agi - Il suo mestiere non è quello di pesare le parole e poi forse era stanco".

Marcello ha raccontato cos'è accaduto: "Quando abbiamo letto il primo comunicato in cui si annunciavo l'epilogo e si parlava di un incontro in Parlamento, abbiamo capito che Stefano era stato preso in giro perché da un incontro in Parlamento, nemmeno col Governo, non ci avrebbe ricavato nulla. - ha continuato - Dopo qualche minuto di agitazione tra noi, Stefano si è reso conto della nostra delusione e attorno a lui si è creato un capannello di gente. Gli abbiamo fatto capire che aveva sbagliato e lui onestamente ci ha chiesto scusa poi ha preso il microfono e ha detto che avrebbe cambiato il comunicato annunciando la prosecuzione del presidio".

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La spaccatura tra portuali e "duri" del movimento

Tra indecisioni, dietrofront e leader dimissionari ora il Cordinamento rischia la spaccatura. Delle decine di contestatori che venerdì avevano infiammato la protesta (che in realtà non è mai decollata) contro l'obbligo di green pass, oggi non restano che pochi "ribelli" sparigliati. I "duri" del movimento, quelli intenzionati a seguitare con le rimostranze, sarebbero appena una quindicina. "Se siamo così pochi non riusciamo a fermare il porto.

Allora non ha senso, non possiamo stare senza stipendio così tanti giorni", ha spiegato un portuale a un rappresentante dei no vax che ieri invitava Puzzer a proseguire con la manifestazione "fino all'abolizione del decreto sul green pass".

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