Presa "banda del buco" a Napoli. Tra i complici un dipendente comunale

Sono dodici gli indagati arrestati nella notte a Napoli. Sono accusati di sei colpi a banche e gioiellerie, tutti sventati dai carabinieri. Tra i soggetti catturati anche un dipendente comunale e una guardia giurata.

Presa "banda del buco" a Napoli. Tra i complici un dipendente comunale

Scavavano anche per mesi nel sottosuolo di Napoli, fino a quando non raggiungevano il punto da cui accedere a banche e gioiellerie da svaligiare. Poi realizzavano un buco ed entravano armati di pistole per svuotare caveau e cassette di sicurezza. E a fornire un contributo alla banda, in qualità di conoscitore del sistema fognario napoletano, c’era anche un addetto al servizio fognature del Comune di Napoli. Il dipendente è stato arrestato con altre 11 persone , tra cui c’è anche una guardia giurata. Nella notte è scattato il blitz dei carabinieri della compagnia di Napoli-centro, che ha portato nove degli indagati in carcere e tre agli arresti domiciliari. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa del gip del tribunale di Napoli per i reati di associazione a delinquere, detenzione e porto illegali di armi, rapina, furto aggravato e ricettazione. Tre dei soggetti colpiti dal provvedimento restrittivo erano già stati fermati in flagranza di reato, furono bloccati a Quarto, comune dell’area metropolitana: uno aveva tentato un furto in una gioielleria, gli altri due avevano addosso una pistola semiautomatica.

Sei in tutto i colpi di cui sono accusati gli arrestati. Sono stati tutti sventati dai carabinieri, che hanno lavorato alle indagini coordinate dalla procura di Napoli. Nel corso dell’inchiesta sono stati sequestrati trapani, un martello pneumatico, lampade da minatore, divise di istituti di vigilanza privata e delle poste italiane. L’attività investigativa è iniziata a gennaio dell'anno scorso, quando i banditi tentarono di mettere a segno una rapina in via dei Mille, strada nota per lo shopping di lusso: uomini travisati irruppero nella gioielleria “Bulgari” sbucando dalle viscere di Napoli.

Secondo quanto hanno potuto appurare gli inquirenti, ogni componente della banda era specializzato in una particolare mansione. Individuato un obiettivo, prima ne studiavano a tavolino le difese passive, poi gli specialisti dei sopralluoghi entravano all’interno e li “mappavano” per individuare le via d’accesso e di fuga e prendere le misure dei buchi da realizzare, dopo entravano in gioco gli “scavatori”, conoscitori della rete fognaria che si occupavano della realizzazione del buco mentre i “pali”, con radiotrasmittente alla mano, controllavano i movimenti in superficie. Ricavata la via d’accesso, i malfattori sbucavano nelle gioiellerie e nelle banche con tute integrali e stivaloni di gomma e, con volto travisato e armati di pistole, assalivano impiegati e commessi e li tenevano in scacco per costringerli ad aprire caveau e cassette di sicurezza.

Sono finiti in carcere: Giuseppe Capezzuto, 66enne domiciliato a Castelnuovo Cilento (Salerno); Pasquale Iacomo, 60enne di Cicciano (Napoli); Gennaro Cristofaro, 66enne di Montesanto; Francesco Trinchillo, 46enne di Quarto (Napoli), Mauro Russo, 41enne di Caivano (Napoli); Antonio Racca, 47enne di Villaricca (Napoli); Vincenzo alboreto, 55enne residente e già agli arresti domiciliari a Scalea (Cosenza); Giuseppe Caso, 40enne di Cercola (Napoli), già detenuto nel carcere di Ariano Irpino (Avellino); Vincenzo Cioffi, 49enne dei quartieri Spagnoli e già agli arresti domiciliari; Michele Carandente,

34enne di Quarto (Napoli), già agli arresti domiciliari.

Mentre la detenzione domiciliare è stata disposta per C.M., 45enne di Villaricca, l’unica incensurata, e Massimo d’onofrio, 42enne del Parco verde di Caivano (Napoli).

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