"Mi auguro un picco di contagi entro il mese di gennaio", auspica l'ordinario fuori ruolo di Malattie infettive presso l'Università Statale di Milano Massimo Galli nel corso di un'intervista concessa ad Agorà.
"Da come sale, la curva non lascia fare previsioni certe", aggiunge Galli, secondo cui i dati saranno in qualche modo intaccati dal periodo di festività. "Sicuramente per un giorno o 2 avremo meno tamponi e, in percentuale, più contagiati, perché in questi giorni di festa li fa solo chi ha sintomi o contatti diretti con positivi", precisa il professore durante l'intervista su Rai Tre, "ma cambia poco, perché tampone o non tampone, la diffusione è un dato di fatto. Realisticamente mi aspetto ancora una crescita per diversi giorni e questo credo imponga prudenza".
Anche i guariti sono soggetti a reinfezione da Omicron, secondo Galli, "cosa che con altre varianti avveniva molto raramente. Precedentemente avevamo 2-3 casi su 1000 di reinfezione, con Omicron è più frequente, anche se i guariti in genere mostrano una risposta articolata all'infezione che viene ulteriormente aumentata dal vaccino". L'ordinario fuori ruolo di Malattie infettive presso l'Università Statale di Milano ritiene errata l'idea che, pur causando pochi morti, Omicron sia meno grave e quella secondo cui "se si infettano molti, questo farà l'effetto di una vaccinazione, perché non è così, visto che possono reinfettarsi".
Non solo, dato che, sempre secondo l'opinione di Galli, la diffusione della stessa Omicron potrebbe avere come conseguenza l'arrivo di nuove mutazioni. "Se ci sono moltissime persone infettate c'è anche la possibilità che il virus continui a mutare, che l'impatto con i numerosi sistemi immunitari di persone sia vaccinate che non vaccinate, possa facilitare la selezione di ulteriori mutazioni, e questo dove porta non lo so", dichiara infatti il professore dinanzi alle telecamere di Agorà.
E se si trattasse di un semplice raffreddore? In quel caso "andrebbe benone. Ma il discorso di immunità di gregge non regge, come esperienze precedenti hanno dimostrato, dall'Inghilterra al Brasile". In effetti i virus che subiscono mutazioni hanno una minore capacità di "far ammalare le persone rispetto al virus originario". Secondo il parere di Galli, tuttavia, ad una minore patogenicità dovrebbe associarsi una minore diffusività.
"Omicron invece sembra molto diffusiva e si spera sia meno patogeno", conclude l'ordinario fuori ruolo, "ma fino a quando i dati non saranno consolidati continuo a invitare alla prudenza e non a prenderla facile".Il Prof. @massimogalli51 ci aiuta a comprendere la situazione sanitaria nel nostro Paese con l'avanzare della variante omicron, la cui diffusione sembra inarrestabile #agorarai #3gennaio pic.twitter.com/oHQBxWa1Ly
— Agorà (@agorarai) January 3, 2022
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