Pronta altra nave quarantena: ora è allarme migranti positivi

Il Viminale avvia una procedura d'urgenza con il ministero dei Trasporti. Ora si pensa anche a requisire le caserme

Pronta altra nave quarantena: ora è allarme migranti positivi

L'emergenza migranti insieme a quella legata al rischio di aumento dei contagi da coronavirus rischiano di trasformasi in una miscela esplosiva. Il governo, dopo l'ultima grave crisi a Roccella Jonica con i cittadini costretti a scendere in strada per protestare contro l'arrivo di migranti positivi al coronavirus, ha deciso di muoversi. Sicuramente non in anticipo, ma qualcosa evidentemente tra Viminale e Palazzo Chigi si è mosso. Troppi i rischi legati all'aumento dei contagi provenienti dall'esterno. E con la crisi e la paura delle persone, il pericolo di accendere la miccia delle proteste sociali e della rabbia diventa ogni giorno più alto.

Rompere il tabù sui porti aperti

L'esecutivo guidato da Giuseppe Conte sta provando a capire cosa fare. Difficile riuscire a trovare una quadra, specie per una maggioranza che su porti aperti ci ha costruito un'intera narrazione anti-sovranista. Tuttavia il tempo stringe e dal ministero dell'Interno stanno provando una via che fermi la paura nei luoghi di sbarco. E se i porti restano aperti, per evitare una nuova e ulteriore crisi politica tra 5 Stelle e sinistra dem, allora l'idea del Viminale è quello di puntare sulle navi adibite a luoghi di quarantena galleggianti.

Requisire navi e caserme

L'ipotesi era stata paventata questo pomeriggio da fonti di governo che avevano parlato della possibile individuazione di imbarcazioni ad hoc dove portare i migranti in quarantena prima dello sbarco definitivo sulla terraferma.

L'idea, come riportava un'indiscrezione di AdnKronos, era quella di disporre di una mini flotta dove controllare tutti i migranti che arrivano in Italia attraverso il Mediterraneo provando a isolare tutti i positivi. E adesso, sempre fonti del ministero dell'Interno sembrano confermare l'idea che circola negli uffici di Lamorgese con un ulteriore aggiornamento: da domani il ministero dell'Interno insieme a quello dei Trasporti avvieranno un procedura d'urgenza per individuare "in tempi rapidi" una seconda nave da adibire a struttura per la quarantena dei migranti già sbarcati in Italia. Una procedura d'urgenza che si unisce - sempre come riporta Adnkronos - alla disposizione di rafforzamento delle misure di sicurezza in tutte le strutture dove sono attualmente isolati gli immigrati trovati positivi al coronavirus.

Ma non è tutto. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, l'idea è anche quella di mettere a disposizione delle caserme dove il personale della Protezione civile sarà usato per controllare i migranti poitivi isolati. Tutto per evitare il collasso non solo dei centri di accoglienza ma anche del sistema sociale del Sud, messo a dura prova dalla crisi economica, sanitaria e ora legata all'immigrazione

La misure d'urgenza arriva in un momento particolarmente complesso per il governo che si torva a dover fronteggiare due crisi che uniscono pericolosamente: aumento dei contagi di Covid-19 e aumento, in contemporanea, delle partenze dal Nord Africa con persone provenienti da Paesi non solo africani ma anche asiatici. Fra questi anche Stati considerati ad altissimo rischio e da cui sono stati bloccati i voli. Chiudere le frontiere aeroportuali e tenere aperte quelle marittime è un rischio che al Viminale sanno benissimo di non poter correre, da qui l'individuazione di una seconda nave come la Moby Zaza per isolare e disporre le quarantene.

La rivolta di Calabria e Sicilia

La rivolta di oggi in Calabria - con Jole Santelli che ha chiesto al governo di intervenire sostenuta anche dal collega della Sicilia, Nello Musumeci - sembra aver dato un primo scossone. Il centrodestra, compatto, chiede a gran voce all'esecutivo di fare qualcosa per mettere in sicurezza la popolazione locale e di tutti i residenti dei luoghi di sbarco. La Sicilia ha chiesto lo stato d'emergenza.

Ma il tema della chiusura dei confini è un punto molto delicato in una maggioranza che è nata anche per smantellare quanto fatto nell'esecutivo precedente sul fronte migratorio: occorrerà capire fino a che punto il governo sarà disposto a cedere tra Ong e rischio Covid.

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