Quei festini degli insospettabili nella Macerata bene

Dietro alla Macerata bene si nasconde un sistema fatto di prostituzione minorile e droga, gestito dagli "insospettabili", con l'aiuto degli immigrati

Quei festini degli insospettabili nella Macerata bene

Prostituzione minorile e droga è quello che si nasconde dietro la Macerata bene.

A denunciarlo è una giovane ragazza che, alle telecamere di Rainews24, racconta la sua storia, in un'intervista esclusiva a Angela Caponnetto.

Tutto è iniziato dieci anni fa, quando la ragazza si innamora di un suo compagno di classe. Lui però, invece di ricambiare il sentimento, decide di offrirle bevande alterate dagli stupefacenti e di portarla in un casolare di campagna per farla partecipare ai festini a luci rosse organizzati dalla Macerata bene. All'ingresso del casolare sono parcheggiate macchine di lusso e all'interno "una schiera di uomini" accoglie la ragazza, che è troppo indebolita dalle droghe per poter reagire.

I genitori della giovane, accorgendosi del suo cambiamento in casa, portano alla luce la storia e la convincono a denunciare tutto, presentando tre esposti. Tali esposti, però, non avranno esito positivo "perché facendo nomi importanti coinvolgevo persone insospettabili di Macerata". Gli insospettabili erano, a detta della ragazza, uomini facenti parte dell'alta borgesia della città, tra i quali avrebbe in particolare riconosciuto tre poliziotti e un avvocato.

Persone potenti, in grado di mettere in piedi un giro di droga e prostituzione minorile molto complesso, servendosi di immigrati, soprattutto nigeriani, come manovalanza e dediti al traffico di stupefacenti. Il sistema sarebbe gestito da persone importanti nella società, in grado di intimorire, minnacciare e inquinare prove. Infatti, gli esposti presentati dalla ragazza sono stati prima nascosti e poi archiviati, senza nemmeno che le fosse risparmiata la presa in giro, da parte di chi invece avrebbe dovuto proteggerla.

La denuncia alle telecamere di Rainews arriva dieci anni dopo lo svolgersi dei fatti, perché la ragazza ha trovato il coraggio di parlare pubblicamente solo a seguito dell'uccisione di Pamela Mastropietro, la ragazza di diciotto anni, scomparsa nel maceratese alla fine del gennaio scorso, i cui resti sono stati ritrovati il due febbraio,

come riportato da Il Giornale.

Anche Pamela potrebbe essere rimasta coinvolta in un sistema simile a quello denunciato. Ma adesso, dice la ragazza a Angela Caponnetto, "è ora di dire basta, basta di subire, di restare in silenzio".

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