Ma proteggersi con i balzelli è una scelta autolesionista

Autolesionistica: così si può definire la decisione dell'amministrazione di Donald Trump d'introdurre dazi del 100% sui prodotti europei

Ma proteggersi con i balzelli è una scelta autolesionista

Autolesionistica: così si può definire la decisione dell'amministrazione di Donald Trump d'introdurre dazi del 100% sui prodotti europei. Perché quando si chiudono i mercati non abbiamo un'economia che vince (quella protezionista) e una che perde (quella che trova ostacoli sui propri commerci), ma abbiamo danni da entrambe le parti. Se quelle misure saranno varate, ci rimetteranno gli europei, che non potranno più produrre motociclette o formaggio per i loro clienti statunitensi. E ci rimetteranno gli americani, che vedranno ridotta la loro libertà di disporre come vogliono dei propri soldi e, per giunta, vedranno alzarsi i prezzi e abbassarsi la qualità nei settori in cui verrà meno la concorrenza. L'economia americana nel suo insieme si troverà a perdere dinamismo, dato che non dovrà più sfidare giorno dopo giorno le imprese del Vecchio Continente.

Chi ci guadagnerebbe da tale chiusura? Un beneficio verrebbe a quanti, negli Stati Uniti, non sono in grado di stare in piedi da sé. In effetti, il protezionismo toglie risorse ai consumatori e alle imprese dinamiche per assistere aziende bisognose di sostegno. Ogni dazio è una forma di assistenzialismo: con tutti i danni che ne discendono. In queste misure allo studio c'è qualcosa di profondamente antiamericano. Se c'è infatti una società che ha tradizionalmente creduto nella competizione, questa è proprio quella statunitense. È vero che la storia del Novecento è segnata da misure simili a quelle annunciate ora dal presidente Trump, ma lo spirito degli americani ha sempre avversato ogni chiusura e ogni statalismo.

Per giunta, quella americana è una delle economie più internazionalizzate. E quando si parla di imprese multinazionali in genere ci si riferisce proprio ad aziende che hanno la sede principale negli Usa. In questo momento è importante che l'Europa non risponda a un errore con un altro. Al contrario, sarebbe importante che nel Vecchio Continente si cominciasse a riflettere seriamente sulle ragioni (o sui pretesti) che sono alla base della scelta di Trump, che con tali misure intende replicare al protezionismo europeo coperto da argomenti igienico-sanitari in materia di carni. Bisogna insomma trovare una soluzione al conflitto in materia di manzo americano e in tal modo favorire l'accantonamento delle misure protezionistiche prefigurate da Washington.

Dobbiamo soprattutto capire che quando impediamo agli americani di vendere da noi, non stiamo danneggiando solo i produttori statunitensi, ma anche i consumatori europei di carne o altro, che hanno il diritto di scegliere liberamente.

Lanciarsi in una guerra commerciale, invece, aggraverebbe una situazione già

oggi complicata. Di tutto abbiamo bisogno, meno che di declinare sempre più in piccoli mercati locali dominati da prodotti di bassa qualità, in cui ognuno di noi è sempre meno libero di disporre come vuole dei propri soldi.

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