Puglia, è scontro per le trivelle nell'Adriatico

Il braccio di ferro vede di fronte il governatore della regione Puglia, Michele Emiliano ed il ministro per lo Sviluppo Economico, Federica Guidi dall'altro

Puglia, è scontro per le trivelle nell'Adriatico

Quelle trivellazioni non s'han da fare. È scontro tra istituzioni sulle trivelle nel mar Adriatico e Ionio. Il braccio di ferro vede di fronte il governatore della regione Puglia, Michele Emiliano ed il ministro per lo Sviluppo Economico, Federica Guidi dall'altro. "La Regione Puglia - ha spiegato Emiliano - presenterà ricorso per conflitto di attribuzione con riferimento al modo in cui l’emendamento alla legge di stabilità presentato dal Governo ha inciso sullo Sblocca Italia: non assecondando la volontà referendaria, ma in senso opposto". In riferimento alla nota del ministro Guidi, il governatore ha precisato: "Della questione in generale sono ben informato visto che è da luglio scorso che stiamo portando all'attenzione del ministro e del governo le ragioni a tutela del nostro. Ma in nessuna occasione sono stato avvisato dal ministero dello sviluppo economico che in data 22 dicembre 2015 sarebbe stata concessa la dodicesima autorizzazione alle prospezioni finalizzata alla ricerca di idrocarburi in Puglia. Anzi, le interlocuzioni tra il governo e le regioni che hanno chiesto il referendum erano nel senso di ritirare tutte le autorizzazioni concesse fino a quel momento. L'autorizzazione del 22 dicembre, pertanto, contraddice tali propositi sui quali si era tentata una riconciliazione tra governo e regioni. La posizione delle regioni italiane che hanno chiesto il referendum è chiara dal primo momento ed è contro le ricerche petrolifere nel mar Adriatico e Ionio mediante la tecnica dell'Air-gun, fortemente invasiva - ha concluso il presidente della Regione Puglia - e pericolosa per l'ambiente. La posizione del governo invece non è ancora chiara."

Il ministro Guidi ha definito le dichiarazioni del presidente Emiliano "un polverone pretestuoso e strumentale: non c’è nessuna trivellazione". Secondo la nota del ministero, infatti, non si prevede alcun tipo di perforazione e quei permessi riguardano una zona di mare ben oltre le 12 miglia dalla costa e anche dalle isole Tremiti.

"Il permesso di ricerca concesso alla società Petroceltic – ha spiegato il ministro Guidi – riguarda soltanto, e in una zona oltre le 12 miglia, la prospezione geofisica e non prevede alcuna perforazione che, comunque, non potrebbe essere autorizzata se non sulla base di una specifica valutazione di impatto ambientale. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano conosce benissimo i termini esatti della questione che a suo tempo gli è stata accuratamente rappresentata dal Ministero dello Sviluppo economico". Il ministro Guidi si è detta infine "attonita" per alcune recenti dichiarazioni di esponenti politici: "la legge di Stabilità, venendo incontro alle richieste referendarie, ha escluso qualsiasi nuova ricerca entro le 12 miglia dalle coste. Il permesso alla Petroceltic non ha quindi nulla a che vedere con la legge di Stabilità visto che si tratta di ricerche al di fuori del limite delle 12 miglia".

"Vogliono accogliere la volontà referendaria attraverso emendamenti alla legge vigente? Se è così lo facciano senza concedere altre autorizzazioni e revocando quelle già concesse . Altrimenti deve essere il popolo italiano attraverso il referendum a pronunciarsi" ha risposto Emiliano. Ma il ministro ha ribadito, “nessun altro permesso di ricerca, in nessun’altra parte del Paese, è stato rilasciato alla vigilia dell’approvazione delle legge di Stabilità”.

Un botta e risposta in cui a rincarar la dose ci hanno pensato gli ambientalisti.

"Il Presidente della Repubblica a fine anno ha fatto un bellissimo intervento sulla tutela delle bellezze del paese e dell'ambiente. Le isole Tremiti sono un gioiello ambientale conosciuto in Europa e in tutto il mondo e un intervento di Mattarella potrebbe essere molto utile" ha detto Angelo Bonelli, presidente dei Verdi. Aggiungendo: "Penso che debba esserci un momento di confronto tra le istituzioni perchè il tema del futuro sono non solo delle bellezze, ma anche della politica energetica del nostro paese, è un punto strategico. Da un lato c'è l'elemento strategico di tutelare le bellezze ambientali, dall'altro la capacità di garantire una politica energetica e quindi anche la nostra economia. Inoltre, noi sollecitiamo anche il Governo Renzi per l'adozione di un piano energetico che passa proprio dalla conferenza sul clima di Parigi, vale a dire il piano energetico che abbia come obiettivo, a medio e lungo termine, il cento per cento del rinnovabile il nostro paese, come stanno facendo gli altri paesi europei."

Una partita ancora tutta da giocare con, sullo

sfondo, il delicato equilibrio nei rapporti non solo tra governo e regione ma tra il premier e il governatore Emiliano, da tempo candidato nel Pd al ruolo di spina nel fianco (e domani avversario per la leadership) di Matteo Renzi.

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