Cambia il virus, cambiano i sintomi: la nuova variante del Covid-19, Omicron, presenta una sintomatologia in parte diversa rispetto a quella che ha accomunato tutte le altre varianti.
Quali sono i sintomi
Il fatto che non sia più grave della variante Delta rassicura. Però, se il Sars-Cov-2 del passato aveva una linea più definita, adesso si fa fatica a capire che si tratti di Covid se non si ricorre all'aiuto di un tampone rapido o molecolare. Questo perché, nella maggior parte dei casi, nei vaccinati i sintomi si confondono e sovrappongono a quelli di un comune raffreddore o influenza, e sappiamo che questo è il periodo dell'anno in cui il virus influenzale contagia maggiormente. "Oggi chi a Londra ha i sintomi del raffreddore è probabilmente colpito dal Covid", ha affermato a Repubblica l'epidemiologo inglese del King’s College, Tim Spector, invitando a non sottovalutare starnuti, naso tappato e sinusiti.
Cosa succede a gusto e olfatto
I sintomi della variante Omicron, quindi, si camufanno maggiormente ed è il motivo per cui contagia molto di più: "travestendosi" da raffreddore come mal di testa e dolore alle ossa ha una capacità diffusiva maggiore. Avevamo imparato a riconoscere i campanelli d'allarme del Covid dalla perdita di gusto e olfatto, il tratto distintivo più tipico esclusa la mancanza di respirazione dei casi più gravi. Adesso, questi due sintomi sono molto meno presenti: i dati inglesi ci dicono che il 41% dei positivi con Delta non sentiva più sapori e odori, con Omicron la percentuale è compresa tra il 12 e 23%. L'epidemiologo ha spiegato alla Bbc che la nuova variante si presenta "con naso che cola e starnuti, mal di testa, gola che brucia, dolori alle ossa e stanchezza". Da qui, il suo avvertimento: "le persone che hanno questi segni non dovrebbero sottovalutarli. È necessario che facciano un test per eventualmente isolarsi e non infettare gli altri".
Perché i sintomi sono più lievi
Sotto studio i motivi per cui il nuovo Covid presenti sintomi più lievi se possiede ben 32 mutazioni sulla proteina Spike tra cui tutte quelle delle varianti più pericolose. Le risposte possono essere due: merito della vaccinazione che mitiga gli effetti della malattia grave o dell'immunizzazione della maggior parte delle persone. E poi, rispetto ad inizio pandemia, le categorie più colpite oggi sono quelle pediatriche (5-12) anni e i giovani entro i 40 anni. Attenzione, però, perché poi il virus si diffonde anche alle fasce più deboli della popolazione. "Dobbiamo cambiare urgentemente il messaggio per il pubblico per salvare più vite possibile" ha afferato l’epidemiologo del King’s College. "Oggi metà delle persone che pensano di avere solo un raffreddore hanno in realtà il Covid". Come ci siamo occupati sul Giornale.it, questo è un ulteriore indizio che fa credere come il virus stia ormai per diventare endemico.
Un altro indizio a favore della minor pericolosità di Omicron è il fatto che colpisca maggiormente le vie aeree superiori (naso e gola) rispetto ai polmoni secondo lo studio dell'Università di Hong Kong.
In laboratorio, infatti, i ricercatori si sono accorti che messa a contatto con cellule umane del tessuto dei bronchi, si moltiplica 70 volte più rapidamente rispetto a Delta mentre nelle cellule dei polmoni la replicazione avviene molto più lentamente. Ecco perché contagia di più: il virus esce più facilmente se presente nei bronchi ma non causa i danni enormi che può provocare ai polmoni. Un'altra buona notizia, quindi: guai, però, ad abbassare la guardia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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