Ora Rosy Matina non ci sta più: nonostante denunce ed esposti, nessuno è mai intervenuto per ripristinare una condizione di totale normalità nel terreno - acquistato dal padre nel 1967 - che voleva trasformare in un'azienda agricola. Ma le è andata male, considerando che confina con l'hotspot di Cala Imbriacola. E la situazione con cui deve fare i conti quotidianamente è davvero indecente: gli immigrati di notte salgono fino alla sua proprietà e, come ha raccontato a ilGiornale.it, bivaccano, bevendo alcol e ubriacandosi. L'aria è irrespirabile: la puzza di urina ed escrementi è accompagnata dalla presenza di coperte, piatti, resti di cibo e materassi. La donna lampedusana viveva delle colture del suo terreno, grazie all'allevamento di pecore e galline, ma i profughi si sono resi responsabili di un terribile gesto: "Mi sono rimasti solo i maiali. Si sono mangiati quattro dei miei cani. Se lo sono spellato e lo hanno fatto sulla brace".
L'eco delle sue parole risuona in tutta la valle: "Fitusi. Sono fitusi. Vaffanc***, porci". E dopo essersi recata alla sommità dei campi terrazzati, dove c'è un manufatto in semi costruzione, racconta: "Qui mi sono fermata, non ho fatto più nulla. E come si fa? Sono entrati dentro forzando le serrature, portandosi droghe e donne. Uno schifo!". Nel 2018 Rosy ha sporto denuncia ai carabinieri: aveva ben 25 galline, ma le hanno mangiate tutte. I maiali invece non li hanno toccati perché i musulmani non mangiano la carne suina.
"Si sono calati i pantaloni"
Qualche tempo fa, come se non bastasse, si è verificato un episodio deplorevole che ha coinvolto anche sua figlia di 14 anni mentre stavano raccogliendo dell'erba fresca per i maiali. "Da dietro a una pianta sono usciti in 12. Erano tunisini. Ubriachi. Ho avuto paura. Ammiccavano. Volevano offrirci dell'hashish. Uno di loro si è abbassato i pantaloni. Davanti alla mia bambina", riporta Libero. La donna è comprensibilmente agguerrita e giustamente fa notare che non può più salire da sola perché non sa mai chi può trovare: "A me non mi tutela un ca*** di nessuno. Ma se trovo ancora qualcuno a casa mia, te lo giuro: gli sparo".
Quella che si registra a Lampedusa è una situazione fuori controllo: i residenti sono costretti a vivere in condizioni igieniche e sanitarie rischiose.
Il collasso dell'hotspot di Contrada Imbriacola è sotto gli occhi di tutti: nonostante la struttura sia circondata da mura in cemento e inferriate, i clandestini riescono a uscire e a recarsi in strada per espletare i proprio bisogni fisiologici o per acquistare del cibo in totale tranquillità. Il tutto grazie a qualche buco nella rete di ferro, che permette loro di tentare la fuga con un potenziale rischio sanitario elevato ai danni degli abitanti di Lampedusa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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