La comandante Carola Rackete è tornata alla carica sui migranti. Durante una visita al museo marittimo di Barcellona, l'attivista della Sea Watch 3 fa capire di non essersi lasciata intimorire dagli eventi (e dai pm). "Sono sempre sulla lista delle emergenze, se ci sarà bisogno di me andrò ancora", ha detto in alcune dichiarazioni riportate dal Repubblica.
L'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, a quanto pare, a nulla è servita a calmare gli animi della comandante. Carola, grazie alla decisione del gip di Agrigento, oggi è libera. Ma non c'è da dimenticare che il 20 giugno scorso entrava nel porto di Lampedusa violando il divieto dell'allora ministro dlel'Interno Matteo Salvini e finiva ai domiciliari.
La comandante sembra ancora determinata a portare avanti le sue idee in tema di immigrazione e afferma: "Il Mediterraneo è il confine comune dell'Europa, è dovere di ogni cittadino salvare vite in mare e aiutare queste persone meno fortunate a integrarsi". E poi: "È vergognoso che si lascino persone meno fortunate che arrivano da paesi in guerra morire in mare o aspettare per settimane un posto sicuro dove andare".
E proprio nei giorni scorsi sono stati trasferiti a Milano gli atti relativi all'inchiesta aperta a carico del leader del Carroccio Matteo Salvini, indagato per diffamazione per le parole spese sui social nei confronti della capitana.
Il fascicolo è stato trasferito da Roma a Milano per competenza territoriale, dato che il leader della Lega risiede a Milano. I legali di Carola Rackete avevano chiesto, tra l'altro, il sequestro dei profili social dell'ex ministro.
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